Cronaca

Rebibbia, lanciate bombe molotov alle auto degli agenti in servizio al carcere femminile

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Rebibbia, lanciate bombe molotov alle auto degli agenti in servizio al carcere femminile
Questa notte il lancio di molotov contro due auto private di agenti in servizio al carcere femminile di Rebibbia.

Rebibbia, Fp Cgil: “solidarietà ad agenti, clima difficile, serve complessivo intervento per sicurezza e condizioni di lavoro e vita all’interno degli istituti”

“La nostra solidarietà va alle agenti vittime dell’atto criminale che, fortunatamente, non ha riscontrato feriti. Sulla vicenda, che segue al lancio di bombe carta sul muro di cinta del medesimo settore di pochi giorni fa, faranno chiarezza gli inquirenti. Che siano intimidazioni legate a specifiche questioni interne all’istituto o si inseriscano in un più complessivo attacco al Corpo di Polizia Penitenziaria, è un ennesimo segno del clima di esasperazione e insicurezza che si respira all’interno degli istituti di detenzione, nel Lazio come in ogni parte del paese”, commentano Giancarlo Cenciarelli, Segretario generale Fp Cgil Roma e Lazio, e Stefano Branchi, Polizia Penitenziaria Fp Cgil Roma e Lazio.
Nei giorni in cui si discute la riforma della Giustizia, per il sindacato è proritario che si inserisca al centro dell’agenda politica la complessiva questione delle carceri, della sicurezza, delle condizioni di lavoro e della tutela di agenti e detenuti. Come nella correlata necessità di far funzionare le misure alternative al carcere, a partire da investimenti e personale, così nella vita all’interno degli istituti, su cui da anni denunciamo precarietà di condizioni di lavoro degli agenti e clima irrespirabile per la contemporanea carenza di organici a fronte di un eccessivo sovraffollamento, è necessario che, dai vertici del Ministero alle singole amministrazioni penitenziarie, si diano risposte vere, da subito, che rivedano complessivamente il sistema di pena”,  dichiarano Cenciarelli e Branchi.

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“Maggiore è il disagio, più spazio ha la violenza: un paese civile non può permettersi questo clima. Servono assunzioni, investimenti, maggiori misure di controllo, che diano respiro e tutele a chi ogni giorno è al servizio della legge e della sicurezza. Altrimenti continueremo ad avere pochi strumenti e risorse per contrastare crimini e violenze, costringendo gli agenti – già quotidianamente sull’orlo del burn out – a vivere in un clima fortemente ostile e con seri rischi per la loro stessa vita”, concludono i sindacalisti Fp Cgil.