Cronaca

Roma, laboratorio per la droga in casa e ordini gestiti online: arrestato pusher

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Roma – Aveva allestito in casa un vero e proprio laboratorio fai da te per preparare e confezionare la droga da rivendere al dettaglio ai suoi clienti fidati di zona. Il pusher, un trentunenne romano, è stato arrestato dalla Polizia di Stato ed è ora gravemente indiziato del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Le indagini e l’arresto

Sono stati gli agenti del Commissariato Anzio-Nettuno a captare che sotto le “mentite spoglie” della sua dimora si nascondeva, di fatto, una base di stoccaggio di cocaina, hashish e marijuana.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il giovane “artigiano” della droga veniva contattato dai suoi clienti di fiducia tramite un’applicazione di messaggistica istantanea. Così, dopo la preparazione ed il confezionamento, procedeva lui stesso alla fornitura a domicilio o in punti precedentemente concordati con gli acquirenti.

Gli agenti lo hanno intercettato proprio durante la fase della consegna. Rintracciatolo a bordo della sua auto, lo hanno fermato con la scusa di un ordinario controllo di polizia. Così il pacco “espresso” che custodiva on the road non è mai giunto alla destinazione prestabilita.

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La spedizione non andata “a buon fine” per il pusher ha restituito agli agenti non solo gli 11 involucri di cocaina ordinati on-line dal suo cliente, ma oltre un chilo e mezzo di droga – tra cocaina, hashish e marijuana – trovati in parte anche confezionati all’interno del suo laboratorio domestico, allestito – tra bilancini di precisione, buste per il sottovuoto e ritagli di plastica – con tutto l’occorrente per rifornire il mercato locale.

Tutto il materiale rivenuto nel corso della perquisizione è stato debitamente sequestrato e posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Il pusher, dopo la convalida dell’arresto, si trova ora agli arresti domiciliari.

Per completezza si precisa che le evidenze investigative sopra descritte attengono alla fase delle indagini preliminari e che, pertanto, l’indagato deve ritenersi innocente fino ad accertamento definitivo con sentenza irrevocabile di condanna.