Cultura

Storia della Valsacco: perché la barbabietola? (quinta parte)

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Nel precedente articolo si è cercato di ricostruire brevemente la storia dello zucchero, e del passaggio dallo zucchero di canna a quello estratto dalla barbabietola. Si è visto che fra Settecento e Ottocento la possibilità di produrlo zucchero dalla barbabietola diventa una concreta realtà e la notizia di questa innovazione raggiunge tutti gli ambienti, soprattutto quelli scientifici, grazie alla enorme risonanza sulla stampa. Ben presto cominciano a nascere i primi impianti industriali, in alcuni paesi europei, per ottenere un prodotto di buona qualità. Il primo zuccherificio per la lavorazione della barbabietola viene costruito in Europa nel 1805 a Krayn nell’odierna Germania. Varie fabbriche vengono poi costruite in anni seguenti in Austria, Russia e in Francia tra il 1805 e il 1810. Spesso però la coltivazione della barbabietola, piantana nei terreni prossimi agli impianti, si rivela un completo fallimento.  E’ soltanto dalla metà degli anni venti dell’Ottocento che la pianta guadagna un graduale consenso fra i coltivatori. La diffusione della produzione avviene in un susseguirsi di guerre sui dazi, rialzi di prezzi e tentativi di proteggere il proprio mercato produttivo portati avanti dai paesi europei che avevano iniziato la fabbricazione dello zucchero dalla barbabietola. Ciò nonostante, scrive Patrizia Sabbatucci Severini nel suo Il capitalismo organizzato, “la notevole crescita della produzione interna in Francia, in Russia, nell’area tedesca e nell’Impero Austro-Ungarico, consente a questi paesi di sostituire progressivamente le importazioni e poi di iniziare a vendere una parte crescente della produzione begli altri stati europei.” (p. 26)

E in Italia? Qual è lo stato della produzione dello zucchero dalla barbabietola nell’Ottocento?

Per sapere la risposta vi rimando al prossimo appuntamento.

 

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