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Colleferro, il Consigliere Santucci: “Casilina News in alcuni casi poco precisa e veritiera”. Avrà ragione?

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Il titolo è più che mai eloquente. Il Consigliere Comunale di Colleferro Andrea Santucci ha accusato la nostra testata di essere in alcuni casi poco precisa e veritiera. L’accusa è quindi di scrivere volutamente falsità. Ma perché un politico dovrebbe prendersela con la stampa? Le risposte sono molteplici, ma affronteremo il caso specifico, basandoci, come sempre, sui fatti.

I fatti

La questione “verità” è stata sollevata dopo che un nostro collaboratore giornalista, Alessandro Coltrè, ha scritto un articolo legato a quanto avvenuto nell’ultimo Consiglio Comunale di Colleferro (qui il link: https://www.casilinanews.it/75659/attualita/ambiente/colleferro-approvata-in-consiglio-la-costituzione-del-nuovo-consorzio-minerva.html).

Il Consigliere di opposizione di Colleferro Santucci ha spiegato: “Mi sarebbe piaciuto molto poter leggere quanto realmente è stato detto in consiglio comunale e non leggere quello che il singolo ha voluto riportare”. Fermo restando l’impossibilità per un giornalista di riportare integralmente le parole di ogni politico che si confronta nel Consiglio (cosa che anche lo stesso Santucci, con onestà, ha rilevato nella fine del suo commento qui non riportato integralmente), si suppone che qualcosa sia stato trascritto in malafede o in maniera volutamente distorta. Invitiamo dunque Santucci a evidenziare quali sarebbero state le frasi riportate in maniera differente dalla realtà al fine di permetterci di rettificare. La stessa domanda gli è stata posta da Coltrè su Facebook ma non ha ricevuto risposta.

Le accuse

Coltrè viene inoltre accusato di aver riportato soltanto tre righe dell’intervento di Santucci. Questo non significa mettergli il bavaglio, né sminuire il suo lavoro: bensì cercare di riportare, in maniera sintetica, il pensiero di chi ha parlato al Consiglio. Come sono state riportate poche righe delle sue dichiarazioni, lo stesso è stato fatto con altri, oppure il nostro collaboratore ha proceduto a un breve resoconto del loro intervento. Inoltre, l’articolo giornalistico è per definizione un tentativo di raccontare con neutralità un fatto. Non tutto è oggettivo, come può essere la descrizione del crollo di un palazzo. E quanto è soggettivo – come ad esempio, appunto, un confronto aperto in un consiglio comunale – non può che essere influenzato dallo scrivente. La bravura del giornalista sta nel cercare di essere il più possibile obiettivo e riportare le frasi che ritiene essenziali ai fini della comprensione.

Nella sua polemica ha anche aggiunto “Pertanto, invito tutti quanti gli amici che leggeranno questo post a portare particolare attenzione a quanto viene scritto sul Casilina News perché ritengo sia in alcuni casi estremamente poco precisa e vera”. Questo poiché – a suo dire – il nostro reporter sarebbe di parte. L’accusa è che Coltrè è un’attivista e amico personale del Sindaco di Colleferro. Se le basi sono queste, si tratta di un’accusa personale e non basata su quanto prodotto da lui. Usando questa logica, bisognerebbe vietare a ogni politico di diventare un giornalista – e viceversa – e a ogni attivista di prendere il tesserino in quanto potrebbe avere un conflitto di interessi. La questione si sposterebbe su un altro campo, quello etico, ma avrebbe bisogno di una rivisitazione generale e non è questa la sede adatta per discuterne. Tuttavia, invitarci a selezionare meglio i nostri collaboratori, non per incompetenze degli stessi, ma per le loro amicizie, ci sembra un’accusa eccessiva. Le amicizie dei nostri collaboratori ci interessano solo se i loro sodali siano immischiati in vicende penali che potrebbero ledere la loro – e di conseguenza la nostra – reputazione e professionalità. Il ruolo pubblico di Coltrè come attivista non è stato mai nascosto e la sua amicizia con il Sindaco è nota a tutti da tempo: non c’è stata alcuna rivelazione.

E ancora: “Ecco come tentano di mettere il bavaglio e quindi, far rimanere in silenzio alcuni consiglieri comunali, non ci riusciranno mai con me, prima in consiglio comunale, oggi per mezzo stampa, viva la verità e chi con coraggio continua a divulgarla”. Come ben sa il Consigliere Comunale, la nostra testata ha sempre dato voce a tutte le parti politiche e non ha mai avuto intenzione di mettere il bavaglio a nessuno. Lo ha affermato anche lui, in una conversazione privata, poiché ha sempre avuto spazio su questa testata e sempre continuerà ad averlo, se lo vorrà.

Errori ne sono stati fatti e continueranno a essere commessi da parte di tutti, come è nella natura delle cose. Abbiamo chiesto scusa, abbiamo rettificato: ci siamo sempre posti come obiettivo quello di essere il più possibile imparziale e pensiamo di esserci riusciti. Lo deduciamo perché abbiamo ricevuto accuse di essere Pro Sanna, anti Sanna, Pro Forza Nuova, pro Forza Italia, amici dei fascisti, di estrema sinistra, pentastellati e leghisti. E riportiamo solo le accuse, se dovessimo parlare anche delle offese e delle minacce ricevute solo per aver indagato su questioni scomode, non basterebbero queste poche righe. Questo a sintetizzare un solo concetto: abbiamo dato spazio a chiunque lo richiedesse e avesse qualcosa da dire, in maniera argomentata. Non spetta a noi giudicare – ci limitiamo a non pubblicare contenuti che contengano parole offensive o inneggianti a qualsivoglia tipo di dittatura – ma ai lettori. Perché è così che concepiamo il giornalismo: con l’idea del pluralismo. E non è la prima volta che dalla politica arrivino inviti a non dar spazio a talune persone. Ho sempre risposto in maniera gentile ed educata, ma il mio pensiero è che chi fa politica non debba occuparsi del processo di selezione di un giornalista da parte di una testata o di newsmaking, bensì di lamentarsi di notizie sbagliate, riportate in maniera errata e quant’altro, in maniera argomentata e rispettosa. Se Santucci ha ritenuto di essere stato imbavagliato, avrebbe potuto scrivercelo e avremmo pubblicato senza problemi le sue parole. È successo in passato che una fazione politica pensasse di aver ricevuto meno spazio del dovuto sulla nostra testata e glielo abbiamo concesso senza batter ciglio. Anzi, in molti casi siamo andati noi a cercare le persone per dargli la possibilità di replicare o di spiegare meglio le cose.

Ancora: “Il giovane cronista d’assalto, dà dei pareri personali sul fatto e mi accusa ingiustamente di non aver presentato alcuna osservazione al progetto, mi domando: ma lui come fa a dire ciò? Io nelle commissioni specifiche in materia non l’ho mai visto”.

Ebbene, la contestazione qui riguarda questa frase, verso metà articolo: “La prima pubblicazione degli atti relativi alla costituzione del nuovo consorzio c’è stata il 10 aprile scorso. Il 29 maggio è stata aperta una finestra di 15 giorni per presentare osservazioni. Al Comune di Colleferro non è arrivata nessuna controdeduzione ai documenti pubblicati, questo significa che nessun consigliere comunale d’opposizione ha presentato delle osservazioni.”. In sintesi, viene contestato che un fatto oggettivo sia un parere personale. Il nostro reporter ha chiesto prima al Comune di Colleferro se fossero pervenuti documenti in merito. Di fronte a una risposta negativa, ha soltanto riportato i fatti, senza esprimere giudizi. Anzi, dal momento che lo si accusa di essere di parte e che – stando alle parole di Santucci – alcuni cittadini considerano il nostro sito di informazione Pro Sanna, alla fine dell’articolo ci sono evidenti giudizi critici in merito alla comunicazione dell’Amministrazione Comunale di Colleferro.

I commenti su Facebook

Altre considerazioni di Santucci riguardano gli scambi di battute che hanno avuto lui e Coltrè nei commenti di Facebook. A nostro avviso, ciò che si legge nei commenti del social esula dalle nostre responsabilità. Le affermazioni personali del nostro giornalista sono a titolo personale e non riflettono la linea editoriale della nostra testata. Ciò che ci preme dire è che non ha insultato nessuno e per questo va difeso. Per quelle che sono le sue opinioni espresse al di fuori della nostra testata, il responsabile ne è lui e non sta a noi giudicare (a meno che non offenda qualcuno o non esterni giudizi di incitazione all’odio). Voler parlare con il Direttore del sito per dirgli di scegliere meglio i collaboratori perché non si è d’accordo con le affermazioni nei commenti del giornalista, mi sembra oltre modo esagerato. La verità non è unica e non è in tasca di nessuno. Le opinioni sono soggettive e ritengo che finché siano espresse con educazione siano tutte meritevoli di attenzione ed eventualmente di risposta.

Dispiace per questa polemica, ma sarebbe bastato chiedere alla nostra redazione la possibilità di integrar nell’articolo ulteriori dichiarazioni e noi avremmo accettato senza problemi. Se il resoconto di Coltrè non è stato – a giudizio di Santucci – imparziale, sarebbe bastato semplicemente che ci avesse inviato la sua versione. Se qualcuno dei presenti avesse voluto fornirci il suo punto di vista su quanto avvenuto al Consiglio, lo avremmo pubblicato integralmente. Se poi ci sono antipatie personali che nulla hanno a che fare con il giornalismo (da parte del nostro collaboratore o/e del politico), noi teniamo a rispondere soltanto per difendere l’operato di un nostro giornalista. Lavoro che è sempre stato dibattuto in sede privata quando è stato giudicato non affine all’attività giornalistica. Per la cronaca, in una collaborazione di quasi due anni è avvenuto soltanto una volta ed è stato compreso pienamente l’errore da parte dello stesso Coltrè. Argomentare, scusarsi, rettificare e quant’altro gli errori è una cosa che abbiamo sempre fatto, ma è la prima volta che – nel mio ruolo di Direttore –  mi trovo a dover difendere una persona perché attaccata per ciò che fa nel tempo libero e non sul posto di lavoro. Le  idee, ideologie ed esperienze personali hanno un ascendente in ciò che facciamo tutti. Ovvio che la sua produzione sia influenzata dal suo modo di essere, ma se avessi la percezione che Coltrè non tentasse nemmeno di essere imparziale non lo farei scrivere per noi. E lo testimonia la suddetta critica all’Amministrazione presente nell’articolo incriminato.

Detto questo, ognuno è libero di farsi la propria opinione, ma ho ritenuto doveroso fare le suddette precisazioni. Con il massimo rispetto per Andrea Santucci e di tutti i lettori che ci giudicano faziosi.

Un cordiale saluto, Francesco Crudo.

P.S. A testimonianza della solidarietà ad Alessandro Coltrè si sono voluti unire alcuni professori universitari. Di seguito, il testo integrale della loro lettera:

Al direttore di Casilinanews

Volevamo dichiarare tutta la nostra solidarietà e la nostra stima al giovane giornalista Alessandro Coltrè, che in questi giorni, con nostro notevole rammarico e dispiacere, è stato oggetto di accuse finalizzate a limitare la libertà di informazione. Possiamo testimoniare la serietà, la capacità, l’intelligenza, l’imparzialità, la scrupolosità con cui il giornalista Alessandro Coltré ha seguito i nostri studi sui meccanismi cellulari e molecolari del betalindano in cellule tumorali,  e la sua grande capacità di sintesi e di traslare in modo chiaro e semplice gli argomenti scientifici su cui si basa la nostra ricerca.

Prof. ssa Margherita Eufemi 

Prof. Fabio Altieri 

Prof.ssa Silvia Chichiarelli 

Università Sapienza Roma

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