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Valmontone, cinema-teatro Totò: la lunga storia della sfortunata struttura e le vicende legali

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Valmontone, cinema-teatro Totò: la lunga storia della sfortunata struttura e le vicende legali

Prosegue la diatriba legale tra il Comune di Valmontone e Luigi Mattei. La questione è sempre la stessa: il cinema-teatro Totò. Pochi giorni fa, Mattei si è rivolto ai carabinieri di Valmontone, chiedendo di poter entrare nella struttura in suo possesso. Tuttavia, l’accesso gli è stato da loro impedito per via di una delibera emessa dal Comune di Valmontone, che impedisce a chiunque di entrare nella struttura perché inagibile.
L’Ordinanza Sindacale N. 126 del 16/09/2016 vieta a chiunque l’accesso per motivi di pubblica sicurezza, incolumità e igiene. Mattei afferma di aver chiamato la Asl, i Vigili del Fuoco e i Carabinieri, ma nessuno è voluto entrare. Mattei voleva entrare all’interno del teatro non per una sua provocazione. Stando alle sue parole, voleva entrare per pulire il locale. In quanto c’è in atto un’emergenza sanitaria all’interno della struttura, è suo dovere pulire. I Carabinieri gli hanno però vietato l’ingresso, impugnando il decreto di interdizione emesso dal Sindaco Alberto Latini. Così, Mattei ha affisso alcuni manifesti nella città per denunciare quello che definisce un sopruso.
In passato, per tre volte, Mattei e gli Ufficiali Giudiziari hanno provato a entrare, ma il Comune si oppose e non voleva restituire le chiavi a Mattei. Così, l’Ufficiale Giudiziario fece comprare serrature e lucchetti nuovi, rimettendo di fatto Mattei in possesso delle chiavi del cinema. In seguito a questa vicenda, il Sindaco ha emesso il decreto di interdizione. Struttura che, ricordiamo, tutt’ora non è agibile perché le condizioni non sono idonee e mettono a serio rischio l’incolumità pubblica.

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Ripercorriamo la lunga storia sin dalla nascita di questa sfortunata struttura ai giorni nostri, secondo la versione fornitaci da Mattei.

Era il 1984 quando ottenne la concessione edilizia del cinema-teatro Totò. Il Sindaco di Valmontone era Alberto Lanna e il Vice Sindaco – oltre che Assessore all’Urbanistica  – Angelo Miele. Questo luogo, che sarebbe dovuto diventare il fulcro della cultura cittadina, venne realizzato con fondi pubblici e privati, messi dallo stesso Mattei.
Dopo i buoni propositi iniziali, qualcosa va storto. Miele ritratta la concessione e l’attuale Sindaco di Valmontone, Alberto Latini, si recò a sigillare il cinema-teatro. Questo perché all’epoca Latini era un vigile urbano e andò presso l’edificio insieme al collega Paolo Chialastri. Sui sigilli venne affissa la motivazione “Costruzione abusiva in assenza di concessione”.

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Iniziò così la vicenda legale. L’esito del processo diede torto a Mattei: la Cassazione ha stabilito che la struttura era fissa e non mobile. Tuttavia, Mattei dice che non è vero e che l’impalcatura era stata realizzata appositamente per poter essere smontata in breve tempo. Tale sentenza venne portata ad Angelo Miele – che all’epoca era diventato Sindaco –, che rassicurò Mattei dicendo che avrebbe risolto la questione e acquisito il teatro. Ci fu una sanatoria, poi un’asta – in cui si presentò soltanto il Comune – e la struttura venne riconsegnata nelle mani di Luigi. Viene infatti fatta una delibera in Consiglio Comunale in cui si attesta che Mattei ne è il legittimo proprietario, ma non esiste un documento legale prodotto che attesti il contratto tra le due parti. Nonostante la questione sembri avere avuto una svolta positiva, la struttura rimane chiusa per anni.

Passano gli anni e la situazione pare risolversi. Nel 2007, ultimo giorno di mandato dell’allora Sindaco Angelo Miele, il Primo Cittadino inaugura il cinema. Coriandoli e felicità durano soltanto un giorno: Mattei si rivolge ai magistrati denunciando quello che a suo parere era un illecito. Infatti, l’edificio sarebbe stato aperto in mancanza dei documenti necessari che ne attestassero l’agibilità e la pubblica sicurezza. Pochi giorni prima della decisione di Miele di inaugura il luogo culturale, viene creata una Commissione ad hoc poiché per strutture con meno di 1300 posti la legge imponeva che dovesse risolvere la questione il Comune. Venne imposto che all’interno di quella che era la “Commissione Comunale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo” vi fosse un rappresentante dell’associazione Agis (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo): Mattei stesso, il quale non dà l’ok. Non è il solo a dire di no: a lui si associano la Asl e i Vigili del Fuoco, dopo aver preso atto della mancanza dei documenti che attestino l’agibilità del cinema. A dire di sì è però la Magistratura, che venne poi denunciata da Mattei. Il giorno dopo aver inoltrato la denuncia, che è lo stesso che segue all’inaugurazione del teatro, il cinema chiude.

A seguito di questa denuncia, il Procuratore di Roma aprì un’indagine a 360 gradi e diede ragione a Mattei. L’allora P.M. di Velletri, Maffia, però è costretto ad archiviare le indagini perché i reati erano caduti in prescrizione. Lo stesso Maffia gli anticipò che avrebbe vinto la causa in sede civile, e così avvenne. Maffia riscontrò ingenti danni erariali generati dal Comune di Valmontone e inviò gli atti all’attenzione della Procura Regionale per il Lazio, alla Corte dei Conti. Adesso Mattei attende che la condanna venga emessa ufficialmente e, qualora avvenisse, il Comune sarebbe condannato a pagare molti soldi per i danni erariali – Mattei parla di milioni di euro.

Per completezza di informazione, abbiamo invitato anche le altre persone coinvolte nella storia di Mattei a raccontarci la loro versione dei fatti.

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