In un appartamento ordinario di Villanova di Guidonia di Montecelio, dietro la porta di una casa come tante, si nascondeva un “business di famiglia” ben lontano dalla legalità. Una madre e suo figlio, rispettivamente di quarantaquattro e vent’anni, sono stati arrestati dagli agenti del Commissariato distaccato di Tivoli per detenzione si fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’intervento della Polizia di Stato
Tutto ha avuto inizio da una mirata attività info-investigativa. Da tempo, gli investigatori avevano raccolto segnalazioni ed indizi che facevano pensare ad un’attività di spaccio all’interno dell’abitazione della famiglia. Così, nel corso di un servizio dedicato al contrasto dello spaccio, gli agenti hanno dato avvio a un’attività di osservazione e appostamento nei pressi dell’abitazione.
Non è servito molto tempo perché i sospetti trovassero conferma. Davanti all’ingresso di casa, gli agenti hanno notato il giovane mentre, con estrema naturalezza, effettuava un veloce scambio di denaro-involucri con un altro ragazzo. L’intervento è stato immediato: l’acquirente è stato fermato e identificato. Interrogato, ha ammesso di essere un cliente abituale, rivelando che nelle occasioni precedenti la sostanza gli era stata ceduta direttamente dalla madre del pusher.
A quel punto, i poliziotti sono intervenuti entrando nell’appartamento. Proprio lì, la madre del ragazzo, visibilmente agitata, nel tentativo di ostacolare l’operazione, ha inveito contro gli agenti, andando quasi in escandescenza. Ma la perquisizione non ha lasciato dubbi. In vari punti dell’abitazione sono stati rinvenuti circa quattro chili di hashish, oltre quattrocento grammi di marijuana, bilancini di precisione, macchinari per il confezionamento della droga, e soprattutto circa 10.400 euro in contanti, suddivisi in banconote di vario taglio.
La “gestione familiare” dello stupefacente si è così interrotta con l’arresto di entrambi. Gli arresti sono stati successivamente convalidati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli.
Ancora una volta, grazie al lavoro degli agenti della Polizia di Stato, si è riusciti a colpire un’attività illecita che aveva trasformato una casa in un punto di riferimento per il mercato della droga.
Per completezza si precisa che per gli indagati vige il principio della presunzione di innocenza fino ad un accertamento definitivo con sentenza irrevocabile di condanna.