Cronaca

Sora. Calci e pugni al padre durante una lite: arrestato un 30enne

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Un 30enne di Sora, con precedenti per rissa e precedenti di Polizia per reati inerenti gli stupefacenti, a seguito di una lite familiare tra lui e il padre, durante la quale quest’ultimo ha riportato una serie di lesioni,  all’atto del suo fermo per l’identificazione si è posto in atteggiamenti minacciosi, violenti e ingiuriosi nei confronti dei militari dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Sora, tali da dichiararlo in stato di arresto.

Sora, aggredisce il padre durante una banale lite: l’intervento dei Carabinieri. Ecco cosa è successo ieri sera

Questo è quanto accaduto nella serata di ieri, 8 settembre 2023, a Sora, dove durante un normale servizio di prevenzione dell’Aliquota Radiomobile, la Centrale Operativa ha richiesto la presenza presso il locale Pronto Soccorso, per verificare lo stato di salute di una persona, lì trasportata dal servizio del 118 a seguito di un’aggressione subìta dal proprio figlio.

Dalle informazioni acquisite dall’aggredito, i militari intervenuti hanno ricostruito l’intera vicenda, ovvero che nelle precedenti ore il giovane si era scagliato contro il padre colpendolo con calci e pugni per una banale disputa di parcheggio auto in un’area condominiale e che durante l’azione violenta il ragazzo si appropriava del cellulare  e una di un collana in oro che il padre portava al collo.

Da qui è scattata la ricerca del giovane, rintracciato subito dopo nei pressi di un bar. L’invito perentorio da parte dei militari dell’Aliquota Radiomobile a fornire i documenti ed a seguirli presso gli uffici della Compagnia Carabinieri di Sora per la sua identificazione, ha provocato una reazione violenta, minacciosa e ingiuriosa nei confronti dei militari.

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Ne è scaturita una colluttazione, subito sedata dai militari, i quali hanno bloccato il giovane rendendolo innocuo  e dichiarandolo in stato di arresto per minacce, lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale, capi di imputazioni condivisi a pieno dall’Autorità Giudiziaria, che ne ha disposto gli arresti domiciliari, in attesa della convalida dell’arresto.


Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.

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