Curiosità

La chiesa di S. Pietro e Paolo di Montelanico

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La terribile scossa di terremoto all’alba del 13 gennaio 1915, fece temere per la sua stabilità ma le oscillazione e il tremore che continuavano a terrorizzare la popolazione non impedirono agli abitanti di Montelanico di entrare dentro la chiesa principale del paese. Quella mattina, le porte vennero subito spalancate dall’Abbate Angelo Ciminelli per accogliere i fedeli impauriti. Superate le prime ore dal terrificante sisma, i parrocchiani cominciarono ad uscire alla spicciolata e a raggiungere il resto della popolazione che nel frattempo si era sparsa per il paese, trovando riparo in qualche capanna o restando all’addiaccio sferzati dal freddo pungente dell’inverno. Già nelle prime ore del pomeriggio però, l’Abbate e i sacerdoti montelanichesi si resero conto dei gravi danni arrecati all’edificio ecclesiastico dal terremoto che rimase così chiuso per molti anni dopo il 1915. E non poter frequentare un importante luogo di culto coma la chiesa di S. Pietro avviliva i montelanichesi. Del resto la sua presenza li aveva sempre rassicurati facendoli sentire, in qualche modo, protetti. Da quando era stata completamente ricostruita, nella metà del Settecento, la chiesa di S. Pietro e Paolo era diventata punto di riferimento di tutta la comunità. Situata dove anticamente si apriva la porta principale del castello e adiacente agli edifici connessi al palazzo baronale, ormai inesistente, a volerla rinnovare e renderla più grande ci aveva pensato il principe Camillo Pamphilij sostenendo le spese per realizzare un edificio più grande. Serviva più spazio, infatti, per accogliere la popolazione di Montelanico che stava aumentando già da qualche decennio. A rivolgersi al principe e farsi portavoce delle istanze dei fedeli fu il Consiglio della comunità nella riunione del 26 febbraio del 1747. Durante l’assise si valutano le condizioni della chiesa “per quello che si vede, troppo anguste” e poiché “il popolo è cresciuto, e vieppiù và crescendo a tal segno, che nelle funzioni solenni buona parte di esso Popolo è costretto di stare in mezzo alla strada”. Si chiese all’autorità pontificia il permesso e il sostegno alla costruzione di un edificio più capiente. E l’aiuto arrivò, come detto, dal principe Pamphilij, proprietario del feudo e signore delle terre di Montelanico. Camillo, fra le sue “altre pie opre, lasciò scudi tremila da applicarsi per la fabbricazione d’una nuova Chiesa in questa nostra terra avendo già riconosciuto il bisogno che v’era”. Oltre a questa somma il Principe Pamphilij assegnò anche seimila scudi per compiere opere di rifinitura all’intero della Chiesa. L’attuale aspetto dell’edificio, la cui planimetria è a forma rettangolare con due cappelle per lato, risale alla metà del XVIII secolo.

Dopo quel terribile terremoto del 1915, la chiesa di S. Pietro, fu colpita da altre scosse sismiche, come quella ultima del 2009, che tutt’ora la rende impraticabile al culto dei fedeli.

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