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Cosa ci insegna il lockdown sulla stampa

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Pandemia, distanziamento sociale, dispositivi di protezione individuale, anticorpi sono diventati di uso comune nella nuova quotidianità. Ogni nuovo grande evento che si verifica, a maggior ragione se con un impatto molto negativo e improvviso, lascia a tutti delle piccole o grandi rivoluzioni dello stile di vita.

Mentre eravamo tutti impegnati a digerire le nuove limitazioni imposte dal virus, in milioni nel mondo cercavano con ansia se la foto del pipistrello gigante fosse una bufala o realtà. Allo stesso tempo la permanenza fra le mura di casa per il lockdown ci ha insegnato cose che nemmeno immaginavamo, sia nei gesti di vita ordinaria che lavorativa in smart working.

Le tecniche di stampa 3D diventano famose

In tempo di quarantena e con l’urgenza di sopperire alla mancanza di dispositivi di protezione, le prime a darsi da fare sono state le aziende che si occupano di manifatture additive e i makers.

Ecco diventare famosa anche per i non addetti  ai lavori la stampa 3D, che oggi permette di creare oggetti tridimensionali di tantissime fogge e materiali. Addirittura ponti e case ecologiche. Questa tecnica ha permesso di creare, per esempio, mascherine quando erano introvabili. Vari i progetti nati senza scopo di lucro, per offrire gratis a tutti i modellini digitali da personalizzare e costruire. Non sono mancate anche valvole per respiratori, visiere protettive per infermieri e tanto altro.

La riscoperta della stampa domestica

La notorietà della stampa 3D ha fatto scoprire molte più persone che è alla portata di tutti, con un investimento di poche centinaia di euro. Ma non è tutto qui.

In maniera particolare i tanti che hanno continuato a lavorare da casa, hanno rivalutato l’utilità dell’office automation. Non potendo andare come prima in ufficio, la stampante e lo scanner sono stati preziosi per la gestione a distanza di documenti, per sopperire alla mancanza del fax e per cose più ludiche, come la stampa dei disegni da colorare per i figli piccoli affinché fossero occupati durante il lavoro.

Sono stati riscoperti anche i servizi di noleggio degli apparati di stampa, soprattutto per dispositivi particolari come plotter, costose fotocopiatrici o stampanti laser a colori.

Il ritorno in ufficio e la stampa in sicurezza

Per coloro che sono ritornati a lavorare nei consueti uffici attrezzati non mancano nuove incombenze. Infatti anche il contatto con le macchine d’ufficio, come le stampanti,  ha bisogno di opportuna disinfezione per evitare la trasmissione del Coronavirus.

Ed ecco che oltre a disinfettare le mani con soluzioni idroalcoliche, bisogna disinfettare anche le superfici di lavoro e l’involucro della stampante stesso. A maggior ragione quando i dispositivi vengono condivisi da più colleghi.

In questo senso offre un grande aiuto la gamma di periferiche senza fili, che crea meno occasioni di contatto e più facilità di posizionamento degli apparecchi. Quindi ben vengano soluzioni come la stampante airprint, che interagisce anche con devices dotati del sistema operativo iOS (di età della Apple), a cui trasmettere i file da stampare a distanza, evitando assembramenti e permettendo di concentrare le stampanti in pochi punti dell’ufficio per ridurre l’inquinamento nel resto dei locali.

Foto: stevepb / Pixabay

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