Cronaca

Ponte di Nona, omicidio di un pusher: due nuovi arresti in un’organizzazione criminale già sgominata a marzo

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Tivoli “Punirono” il pusher indisciplinato a colpi di mazza da baseball causandone la morte. Mandante ed esecutore del raid nuovamente arrestati dai Carabinieri, questa volta per omicidio.

Arrestati per l’omicidio di un pusher

I Carabinieri della Compagnia di Tivoli hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di due indagati, R.R. (classe 1999) e G.C.G.L. (classe 2000), già detenuti presso gli istituti di detenzione della Capitale, ritenuti responsabili, sulla base di nuovi elementi probatori emersi, della morte di un uomo di 52 anni.

L’uomo morì nel marzo scorso, dopo un lungo periodo di degenza in ospedale dove era stato ricoverato a seguito del violento pestaggio subito da parte di esponenti della violenta organizzazione criminale operante nel quartiere “Ponte di Nona”, ad Est della Capitale, già disarticolata nell’ambito dell’operazione denominata “SALVEZZA”, dello scorso mese di marzo, con l’arresto di 15 indagati, tutti accusati a vario titolo di   “associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, armi, sequestro di persona a scopo di estorsione, estorsione, rapina, ricettazione, tentato omicidio”.

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Ed invero, scrive il GIP: “Reato maturato nell’ambito dell’attività di spaccio organizzato del sodalizio criminale capeggiato da R.R., sodalizio all’interno del quale vigono ruoli e regole di condotta ben precisi la cui osservanza è garantita mediante un sistema sanzionatorio consistente in comportamenti violenti, per lo più pestaggi, posti in essere dai vertici del sodalizio criminale. All’uomo ucciso venivano contestati due tipi di condotte contrarie alle finalità dell’associazione, da un lato il ripetuto abbandono del posto di lavoro come pusher/vedetta, circostanza che metteva in pericolo l’attività dell’associazione, dall’altro risultava un ammanco di denaro proveniente dall’attività di spaccio di cui l’uomo ucciso era ritenuto responsabile.”

Le indagini hanno consentito di appurare come l’organizzazione fosse adusa a tali prassi, procedendo a sistematici pestaggi dei manchevoli ed alla “chiusura” degli stessi all’interno di un sottoscala dove, senza acqua né cibo, erano costretti ad estenuanti turni di spaccio. Entrambi gli indagati risponderanno di omicidio preterintenzionale in concorso, R.R. come mandante, G.C.G.L. come uno degli esecutori, poiché, come scrive il Giudice per le Indagini Preliminari nel provvedimento restrittivo: “In concorso tra loro, con atti diretti a consumare il reato di lesioni personali aggravate (…) colpendo più volte con calci e pugni e con l’uso di una mazza da baseball al capo ed al corpo il pusher/vedetta, cagionavano a quest’ultimo gravi lesioni personali al cranio provocando uno stato di coma e cagionandone la morte intervenuta il 2 marzo 2020.”

Gli indagati, associati rispettivamente a Regina Coeli e a Rebibbia, restano a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente.

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