Da domenica 16 luglio, al centro storico di Artena c’è un nuovo presidio culturale. E’ la sede degli sbandieratori e musici “Alfieri del Cardinal Borghese”.
Ora, la bandiera bianco-rossa del gruppo artenese sventola vicino la Chiesa di Santo Stefano, e sulla porta del locale donato dal parrocco Don Daniele c’è la targa della sede, intitolata a Francesco Palone “Franceschino”, giovane sbandieratore di Artena, tragicamente scomparso lo scorso anno.
Casilina News ha incontrato il consiglio direttivo degli sbandieratori per conoscere la storia di quest’associazione.
Potete spiegarci la storia degli sbandieratori di Artena?
In realtà i primissimi esordi ci sono stati intorno al 2000 quando l’allora amministrazione comunale cercò di creare un gruppo di sbandieratori da inserire nel corteo del Palio. Purtroppo la scarsità di partecipazione fece naufragare quel progetto che fu ripreso da alcuni di quei “ragazzini” che una volta cresciuti a partire dal 2007 iniziarono aiutati da genitori e simpatizzanti a riprendere l’attività fino ad arrivare ad oggi con un’ associazione che conta una sessantina di soci e partecipazioni a manifestazioni in tutta Italia.
Siamo attualmente l’unico gruppo del Lazio che partecipa ai campionati nazionali di Bandiera della Federazione Italiana Sbandieratori e vantiamo una cinquantina di trofei a livello nazionale.
Il gruppo è ovviamente strutturato come un gruppo storico e l’attività principale è la partecipazione a cortei, feste e rievocazioni tra cui ovviamente quello del Palio di Artena che rappresenta l’evento dell’anno più importante insieme alla partecipazione ai campionati nazionali che quest’anno si terranno a Ferrara dal 20 al 22 luglio.
Come associazione avete trovato difficoltà nel nostro paese? Rallentamenti istituzionali o assenza di interesse. E a livello sociale e sportivo? Secondo voi qual è la situazione?
Le difficoltà sono quelle che trovano tutti i gruppi sbandieratori in Italia, cioè la mancanza di spazi adeguati per svolgere l’attività.
Le istituzioni ci aiutano come possono mettendo a disposizione (come per tutte le associazioni) le palestre presenti sul territorio in cui ci adattiamo nei mesi invernali ma non sono certo dei palazzetti per cui ci ritroviamo a dover effettuare una specie di turnazione per poter lanciare le bandiere o suonare tamburi e chiarine.
Nei mesi estivi è nostra necessità provare in aree all’aperto ma svolgendo allenamenti serali, quando abbiamo provato a farlo presso i piazzali delle scuole ad Artena o alla Villa Borghese, il più delle volte siamo stati invitati a smettere anche se in possesso delle aurtorizzazioni necessarie poichè di “disturbo” per i cittadini. Non è certo nostra volontà creare disagi ma purtroppo ad Artena manca una zona industriale o un area adeguata fuori città che il comune può concederci e negli ultimi anni da marzo ad agosto siamo stati costretti a spostarci presso parcheggi a Colleferro o Valmontone.
Inutile nascondere che vedere terminato il palazzetto dello sport o la tensostruttura a Ponte del Colle sarebbe per noi un grande aiuto.
Perché avete scelto il centro storico?
Avere una sede per un’associazione significa avere una “casa” dove ritrovarsi, fare attività sociale, oltre che avere un posto per custodire i materiali e documenti. Ci è capitata l’occasione di poter utilizzare dei locali all’interno del borgo antico e nonostante dicano tutti che sia un posto “scomodo” ci siamo convinti che invece sia il luogo più adatto al nostro tipo di attività folcloristica e culturale. Crediamo che andando a vivere ogni settimana la sede, per riunioni o altre attività si possa anche rivitalizzare un po’ il paese e non sarebbe una cattiva strategia, per far rivivere il borgo attraverso i giovani, portare tutte le associazioni di Artena ad avere le proprie sedi nel centro storico vista la mole di edifici abbandonati. Scommettiamo sul fatto che questo tipo di approccio possa essere quello giusto per far si che le associazioni diventino il vero motore sociale della città molto più di quello che sono ora.