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Luigi Di Maio incontra i Riders: “Maggiori tutele e paga minima oraria”

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Riders

“Sono il simbolo di una generazione abbandonata che non ha tutele e a volte non ha neanche un contratto”. Il neoministro del Lavoro Luigi di Maio si riferisce ai Riders, i corrieri che consegnano cibo a domicilio per le piattaforme digitali come Foodora, Deliveroo e Just Eat. Come primo atto dopo l’insediamento al dicastero del Lavoro e dello Sviluppo Economico, questa mattina Luigi di Maio li ha voluti incontrare, per iniziare con loro un percorso che porti alla definizione di un salario minimo garantito e di maggiori tutele.

“Di solito ai palazzi del potere consegniamo i pranzi, oggi per la prima volta siamo saliti al Ministero e ci siamo seduti a parlare delle condizioni del nostro lavoro”. E’ il commento a caldo di un corriere romano che ha partecipato all’ incontro. “E’ stato un incontro conoscitivo – aggiunge un rider bolognese –   nel quale abbiamo portato le nostre rivendicazioni e la nostra volontà di arrivare a un tavolo di contrattazione nazionale fra le esperienze sindacali autorganizzate dei Rider, le piattaforme e il governo.

Il documento dei Riders e la carta di Bologna

All’incontro erano presenti i collettivi che riuniscono i Riders di Roma e Bologna, insieme a diverse realtà romane di corrieri indipendenti. Al neoministro del lavoro, i rappresentanti di Riders Union Bologna hanno consegnato un documento in cui raccontano la precarietà di chi, come loro, lavora per le piattaforme digitali.

L’esperienza bolognese ha il merito di aver svelato le condizioni di lavoro della così detta Gig economy, l’economia dei lavoretti. Un mondo in cui comandano il cottimo, la velocità e dove difficilmente esiste un dialogo tra azienda e Riders, visto che per i giganti del food-delivery, i corrieri sono soltanto dei collaboratori che consegnano cibo con la propria bici o con il proprio scooter.

Dopo mesi di mobilitazione, i riders di Bologna hanno ottenuto un primo risultato: la firma  della Carta dei Diritti del lavoro digitale, in cui si prevede una retribuzione minima garantita, indennità di lavoro e una copertura assicurativa. Per ora soltanto due piattaforme locali hanno firmato il documento, la Sgnam e MyMenu.

Abbiamo aperto le porte per una reale contrattazione con le piattaforme – si legge nel documento consegnato a Di Maio – istituendo innanzitutto degli obblighi a trattare con le forme organizzate dei e delle riders.

Il commento dei Sindacati

La settimana prossima Di Maio incontrerà di nuovo i riders, per capire come procedere concretamente all’avvio della contrattazione nazionale. Ma il modo di agire del neoministro non è piaciuto ai sindacati che in una dichiarazione congiunta di CGIL, Cisl e Uil, hanno così commentato: La Carta dei diritti del lavoro digitale non può essere oggetto di mera propaganda, magari strumentalizzando i diretti interessati, meglio inserirla in un rapido confronto tra le parti, con l’impegno di estendere i contenuti, sapendo che la Costituzione stabilisce che la definizione del salario minimo spetta ai contratti e alle parti sociali da cui il Governo e il Parlamento traggono gli elementi per eventuali passaggi per via legislativa.

Previsto incontro in Regione per mercoledì 6 giugno

Intanto la Regione Lazio continua il suo percorso di coinvolgimento per arrivare alla redazione di una legge regionale sui lavoratori delle piattaforme. “Come riders romani parteciperemo alle consultazioni e questo mercoledì andremo in audizione da Zingaretti. Spiega un corriere romano di Deliveroo. I diritti principali che chiediamo sono gli stessi che chiedono a Milano, a Torino e a Bologna: un’assicurazione sugli infortuni, indennità e salario minimo garantito, abolizione del cottimo e della paga a consegna. 

 

 

 

 

 

 

 

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