La Polizia Locale di Roma Capitale, in data 31 luglio 2025 ha dato esecuzione a specifica ordinanza di applicazione di misure reali emesse dal Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma, con la quale era stato disposto il sequestro preventivo di nr. 5autocarri (utilizzati per la raccolta ed il trasporto abusivo di rifiuti di terzi), nonché di due aree con annessi fabbricati, illecitamente utilizzate per il deposito e la gestione di rifiuti.
Le indagini e le operazioni della Polizia Locale di Roma Capitale
Le operazioni hanno ricompreso anche l’esecuzione di perquisizioni delegate a carico delle sedi aziendali delle imprese coinvolte nelle indagini con conseguente sequestro di quanto oggetto di ricerca.
In totale sono 9 i soggetti indagati, ritenuti responsabili in concorso tra loro, del delitto di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, messa in atto mediante l’esecuzione di molteplici condotte indipendenti, con allestimento di mezzi e mediante azioni continuative organizzate, finalizzate a ricevere, trasportare, cedere e smaltire o comunque gestire illegalmente ingenti quantitativi di rifiuti urbani e speciali, pericolosi e non ricevuti da produttori terzi.
Il provvedimento cautelare scaturisce al termine di articolate indagini condotte dal personale di Polizia Locale di Roma Capitale in forza al Nucleo Ambiente Decoro (NAD) e che hanno preso avvio ad agosto del 2024 su iniziativa degli agenti, in relazione alle azioni di deturpamento e imbrattamento della segnaletica stradale, degli arredi cittadini e di edifici pubblici e privati, segnalata anche da cittadini ed istituzioni, che avveniva tramite l’istallazione abusiva di innumerevoli cartelli pubblicitari abusivi adesivi e non ( cd “cartelli gialli”) sull’intero territorio capitolino, ad opera di soggetti non meglio indentificati operanti nel settore dei traslochi e degli svuota-cantine, che in tal modo reclamizzavano la propria attività di “trasporto e facchinaggio”, unitamente a quella di “smaltimento” (illecito) di rifiuti, al fine di procacciarsi i clienti, quali produttori iniziali di rifiuti.
Dopo una prima fase d’indagine, in cui è stato possibile documentare le attività illecite attraverso una costante attività di osservazione e monitoraggio dei caschi bianchi, con individuazione delle due organizzazioni imprenditoriali, legate tra loro, facenti capo rispettivamente ad un cittadino italiano titolare di ditta individuale operante nel settore dei traslochi e svuota-cantine e ad un cittadino di nazionalità extra-U.E. titolare di ditta individuale di “svuota-cantine” a cui, a vario titolo, aderivano gli ulteriori indagati, (sia pure con i limiti imposti dalle cautele adottate degli indagati), nella seconda e più incisiva fase investigativa, gli accertamenti sono proseguiti sotto l’impulso della Procura della Repubblica di Roma (titolare del fascicolo d’indagine il PM dott. Giorgio Orano), consentendo il ricorso a mirate tecniche di videosorveglianza e paralleli servizi di appostamento, osservazione, pedinamento strumentale e controllo, a carico degli attuali indagati.
Le attività d’indagine così espletate, hanno consentito di corroborare significativamente le iniziali ipotesi investigative, delineando con chiarezza la natura organizzata ed imprenditoriale delle attività illecite, fino ad individuare con precisione i ruoli specifici ricoperti, all’interno di una struttura piramidale, da ciascuno degli indagati in ogni fase del ciclo digestione illegale dei rifiuti e ricostruire l’intera filiera clandestina, nonché il modus operandi dei vari soggetti coinvolti. In particolare, è stato possibile evidenziare il ruolo apicale ricoperto dal L.R. della ditta di trasporti e facchinaggi, con il contributo dei propri dipendenti e del titolare di altra impresa individuale con sede in Roma e operante anch’esso nel settore degli svuota-cantine.
Nel corso degli accertamenti è stato possibile acquisire evidenti riscontri investigativi circa il sistematico utilizzo di due porzioni immobiliari di cui i predetti soggetti avevano esclusiva disponibilità, per l’ulteriore perfezionamento delle condotte irregolari legate allo stoccaggio abusivo a cielo aperto di ingenti quantitativi di rifiuti di varia tipologia, collocati in gran parte a terra, a diretto contatto con il suolo sottostante, dove venivano sottoposti a lavorazioni di separazione e selezione, per la successiva commercializzazione delle frazioni metalliche con valore economico e ad operazioni di smaltimento delle parti prive di valore.
Le evidenze investigative hanno permesso, inoltre, di documentare le operazioni di raccolta e trasporto dei materiali tramite mezzi aziendali privi delle prescritte iscrizioni all’Albo Nazionale Gestori Ambientale, con realizzazione di depositi abusivi di rifiuti, non conformi alle leggi in materia ambientale, per di più con omessa adozione dei presidi ambientali necessari e prescritti ai sensi della vigente normativa regionale sulla tutela delle acque.
Tale sistema, del tutto illegale, ha consentito agli attuali indagati di ottenere illeciti profitti, in parte costituiti dai corrispettivi economici ricevuti dai clienti per il prelievo oneroso dei rifiuti, (ciò peraltro in assenza di qualsiasi tracciabilità ambientale che fiscale), in parte derivanti dal risparmio dei costi che avrebbero dovuto sostenere per il regolare esercizio delle attività di raccolta, trasporto e gestione dei rifiuti, nonché per il necessario adeguamento normativo delle strutture aziendali.
Notevole anche il risparmio ottenuto in relazione alle forme di pubblicità abusiva adottate, unitamente a quello derivante dalle spese non sostenute per il regolare smaltimento dei rifiuti. Attraverso queste azioni, il titolare dell’impresa di traslochi e smaltimenti (cittadino italiano di anni 45), era in grado di proporre alla potenziale clientela, attirata mediante le suindicate forme di pubblicità abusiva, servizi di trasloco e di smaltimento, a prezzi particolarmente vantaggiosi, rispetto ad altre aziende del settore che nel rispetto delle regole erano costretti a costi aziendali certamente maggiori; tale forma di concorrenza sleale gli consentiva di appropriarsi illegittimamente di spazi di mercato ovvero della clientela delle imprese concorrenti.
Ad esito dell’esecuzione delle misure cautelari reali richieste dall’Autorità Giudiziaria, eseguite congiuntamente dal personale di polizia locale del Nucleo NAD, della U.O. SPE (Sicurezza Pubblica ed Emergenziale) e del Nucleo di Polizia Giudiziaria del Comando Generale, sono scattati i sequestri di: 5 AUTOCARRI, utilizzati per la raccolta ed il trasporto illecito di rifiuti, con i rispettivi carichi di rifiuti, delle 2 PORZIONI IMMOBILIARI – PER UNA SUPERFICIE COMPLESSIVA DI CIRCA 1000 MQ, – interessate dagli illeciti ambientali, nonché delle ATTREZZATURE AZIENDALI utilizzate per il perfezionamento delle attività imprenditoriali illegali, e di ingenti quantitativi di RIFIUTI URBANI E SPECIALI PERICOLOSI e NON, tra cui rifiuti ingombranti, apparecchiature elettriche ed elettroniche, materiali compositi derivanti da attività di demolizione di arredi, ammassati in modo caotico su terreni privi di pavimentazione e in carenza dei necessari presidi ambientali, con correlato rischio di contaminazione delle matrici ambientali e a rischi d’innesco d’incendio.
Gli indagati dovranno essere ritenuti innocenti sino ad eventuale sentenza di condanna definitiva in terzo grado di giudizio.