I Finanzieri del Comando Provinciale di Frosinone, nel corso di un servizio finalizzato al controllo economico
del territorio e, in particolare, al contrasto del “lavoro nero” nell’area della movida di Cassino, hanno fatto
accesso presso una pizzeria del centro cittadino, individuando un quantitativo rilevante di sostanza stupefacente
del tipo cocaina, sottoposta a sequestro.
Le indagini della Guardia di Finanza
Ad insospettire i finanzieri del Gruppo di Cassino è stato il comportamento di un soggetto appostato all’esterno
del locale, che osservava con insistenza l’interno della pizzeria e, nel contempo, una delle dipendenti che,
visibilmente agitata, mostrava atteggiamenti anomali e circospetti.
Tali elementi hanno indotto i militari a eseguire una perquisizione dei locali della pizzeria e a richiedere l’intervento delle unità cinofile del Gruppo della Guardia di Finanza di Formia, al fine di ricercare sostanza stupefacente eventualmente occultata.
Grazie al fiuto infallibile dei cani antidroga Gingo e Jessy, all’interno del locale adibito a cucina è stato rinvenuto
un borsellino da donna, al cui interno erano presenti 4 involucri contenenti sostanza stupefacente, del tipo cocaina, per un peso complessivo di 36 grammi.
La sostanza stupefacente è stata sottoposta a sequestro e la dipendente è stata deferita, in stato di libertà, alla
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino per il reato di cui di cui all’art. 73, comma 1, del D.P.R.
309/1990.
L’attività svolta si inserisce nell’ambito dell’impegno profuso dalla Guardia di Finanza per la prevenzione e il
contrasto dei traffici illeciti nella città di Cassino, in aderenza alle misure definite in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica e nel corso delle riunioni tecniche di coordinamento convocate dalla Questura di Frosinone.
Il presente comunicato viene effettuato in ossequio al d.lgs. 106/2006, come modificato dal d.lgs. 188/2021 – nel
rispetto del diritto della persona sottoposta a indagini/imputato, da ritenersi non colpevole fino a sentenza
definitiva -, in quanto ricorrono “specifiche ragioni di interesse pubblico che lo giustificano” per la particolare
rilevanza pubblica dei fatti oggetto degli accertamenti e per le esigenze costituzionalmente tutelate connesse al
diritto all’informazione, al fine di fornire notizie in modo trasparente e rispettoso dei diritti degli indagati e delle
parti offese.
Foto di repertorio