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Roma. Rapina durante perquisizione e spaccio: cinque agenti della Polizia di Stato nei guai

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Roma – Rapina in appartamento, perquisizioni illegittime e spaccio: due le indagini che vedono protagonisti cinque appartenenti alla Polizia di Stato, ora destinatari delle misure cautelati emesse nella mattinata di oggi, 23 giugno 2025.

Lo rende noto la Questura di Roma tramite una nota stampa, che riportiamo di seguito.

La nota stampa della Questura di Roma

Trasparenza e fedeltà ai valori della Polizia di Stato hanno orientato la Questura di Roma nell’impegno investigativo che si è concluso nella mattina odierna, con l’esecuzione di 5 misure cautelari a carico di altrettanti appartenenti in servizio presso due Commissariati capitolini.

Le due indagini, di cui l’una condotta dalla Squadra Mobile e la seconda portata a termine -per la parte che riguarda gli appartenenti alla Polizia di Stato- insieme alla Guardia di finanza, rappresentano il frutto di un patrimonio anticorpale che ha sempre visto la Questura di Roma inflessibile nei confronti di operatori della Polizia di Stato che, tradendo il giuramento prestato all’atto dell’arruolamento, dirottano il proprio percorso professionale all’insegna di una inclinazione a delinquere incompatibile con il mandato costituzionale che la Polizia di Stato custodisce gelosamente con l’impegno quotidiano delle donne e degli uomini in divisa che dedicano le proprie energie a beneficio della collettività nei diversi settori in cui l’attività di istituto si declina.

Tra i reati contestati figurano, nel primo filone di indagine, sfociato con la sottoposizione alla misura cautelare degli arresti domiciliari a carico di tre appartenenti, la rapina in abitazione e la perquisizione illegittima, mentre, a carico dell’indagine condotta con la Guardia di Finanza, nei confronti di altri due appartenenti viene contestato il reato di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso con terzi, oltre al peculato ed il rifiuto/omissione di atti d’ufficio.

Nei confronti degli operatori della Polizia di Stato coinvolti, il Questore di Roma ha disposto, subito dopo la esecuzione delle misure cautelari, il provvedimento di sospensione cautelare dal servizio.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.

Foto di repertorio