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Colleferro, inaugurata una via a Suor Maria Lilia Mastacchini: chi era?

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Colleferro, inaugurata una via a Suor Maria Lilia Mastacchini

Poteri pubblici, laicità e società civile

Colleferro è felice quando Sindaco e Giunta lavorano per soddisfare BISOGNI e DIRITTI di noi tutti, da troppo tempo disattesi, e per questo li abbiamo votati.
Con l’iniziativa del Festiva Street food e artigianato ci siamo divertiti come bambini e abbiamo apprezzato molto lo spostamento della Biblioteca, finalmente fruibile, soprattutto funzionante, senza gli onerosi costi di affitto dei locali (ora riconsegnati al proprietario) con  risparmio economico per la collettività.

Buttiamo giù questo breve scritto perché una nostra carissima amica ci ha posto un quesito assai pertinente, al quale però non siamo state in grado  di rispondere.
La nostra amica si chiamo LAICITA’ e, venuta a conoscenza che ieri, 25 maggio 2016, si à tenuta una cerimonia in onore di Suor Maria Lilia Mastacchini, ci ha chiesto: “Carissime amiche di Consulta le Donne per quale importante accadimento il Sindaco e la Giunta hanno intitolato una pubblica via cittadina e un giardinetto ad una Suora, persona quasi del tutto sconosciuta ai molti?
Forse perché è stata una partigiana e ha militato nelle file cattoliche contro il nazi-fascismo?  Oppure è stata per quarant’anni infermiera e, lavorando di notte, si è presa cura dei malati? No.

E’ stata poetessa? No. Scrittrice, giornalista? No! E’ una donna vittima di femminicidio!  No. Ci sono! E’ una vittima di mafia! Allora perché il suo nome non è stato letto durante la manifestazione di marzo contro tutte le mafie sul palco di Libera?
Noi di Consulta le Donne ci siamo messe al lavoro  per trovare una risposta per Laicità e abbiamo scandagliato i social, whatsapp,  face book, internet, perfino il libro dei miracoli. Niente! Neanche lì è citata.

Caro Sindaco e Signori della Giunta, con tutto il rispetto che l’argomento impone,  ma che scelta è questa? In un momento così delicato per l’Italia e di conseguenza anche per Colleferro dove la legalità è fragile, la trasparenza quasi irraggiungibile, la sostenibilità futuristica, con pericolose guerre religiose alle porte e una identità nazionale scolorita, non sarebbe stato più coerente con i principi di democrazia attiva, partecipata e condivisa fare un scelta diversa? Di cittadine colleferrine, che tanto si sono sacrificate, tanto hanno lavorato, costruito, creato posti di lavoro e realizzato progetti per la comunità, ce ne sono assai.  Inoltre, non sarebbe anche opportuno mettere di nuovo le mani sullo Statuto comunale e riprendere il lavoro di modifica con l’intento democratico di introdurre norme sulla rappresentanza di genere e pari opportunità?

Chiediamo di mettere nero su bianco, nella Carta Civica, affinchè sia riconosciuto, l’importanza  del contributo femminile dato in passato e che verrà sicuramente dato in futuro  per la prosperità della società colleferrina.

Alla nostra amica LAICITA’ abbiamo consigliato la lettura della “La Carta dei valori della cittadinanza” proposta da Giuliano Amato. Il testo non è recente – risale al 2006 – ma in esso viene ribadita con grande chiarezza la laicità dello Stato italiano, la centralità della persona umana, l’uguaglianza dei diritti fra i sessi e il diritto alla libertà religiosa. Il valore di questa Carta sta nei continui richiami alla nostra Costituzione e alle Dichiarazioni europee ed internazionali sui diritti umani che, partendo dalla dignità della persona, riaffermano con forza i diritti sociali e diritti civili come il lavoro e la salute, la scuola, l’istruzione e l’informazione, la famiglia e le nuove generazioni, la laicità e la libertà religiosa.

gruppo Consulta le Donne

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