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Artena, il M5S invoca la convocazione del Consiglio Comunale Straordinario

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“Convocazione urgente del CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO: Non occorre indugiare. Va convocato quanto prima per sanare le deliberazioni illegittime del Consiglio Comunale dopo l’esclusione di Sara Centofanti, oggi reintegrata dal TAR che ha annullato la delibera 25 e 26 con le quali si era disposta la surroga e il subentro di Marco Valeri quale consigliere avente titolo al posto di Sara Centofanti, e ciò prima di ogni altra cosa, come la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni in Consiglio, in quanto così si tratta solo di perdere tempo e di lasciare inalterate quelle illegittime delibere che hanno avuto luogo dopo quella indebita esclusione”.

Parole firmate dal gruppo M5S di Artena, che chiede a gran voce la prosecuzione dell’attività amministrativa della giunta in carica per scongiurare il commissariamento in vista delle elezioni che si terranno il prossimo Maggio 2019. 

“Non rimane altra soluzione per garantire la continuità amministrativa del nostro comune – proseguono i pentastellati -. Occorre responsabilità da parte di tutti. La eventuale mozione di sfiducia può essere discussa in un secondo momento. Il M5S di Artena è convinto che ormai il Consiglio comunale, così come giustamente ricostituito nella propria legalità, debba farsi carico di arrivare a Maggio 2019, a nuove elezioni.

Appare chiaro che un eventuale ricorso al Consiglio di Stato risulterebbe pretestuoso e infondato, peraltro con aggravio di spese per le casse comunali (danno erariale) che qualcuno dovrà rimborsare. Sconsigliamo, anche politicamente e legalmente diffidiamo, la Giunta di ricorrere al Consiglio di Stato. Qualora il “dottore” resti convinto di dover colpire un’assenteista, lo facesse con soldi propri, di tasca propria, e dunque mettesse in conto di pagare anche le spese della controparte. Visto che non alza la mano in Consiglio, o creda impunemente di poterle per altro verso alzare contro chi dissente, cominciasse a metterle in tasca per pagare quello che sarebbe solo un tentativo dilatorio strumentale senza alcuna possibilità di successo.

Tutti i consiglieri, compresi quelli di minoranza, non possono però scaricare le colpe esclusivamente sul “dottore”. Lui ha messo la faccia al grande gioco del listone civico “Artena Insieme Rinasce”, dove in partenza erano presenti tutti e nessuno escluso: PD, UDC, FI, AN e “della pagnotta”. Si è voluto vincere facile e dare una parvenza di maggioranza e opposizione. Il caso ha voluto che attualmente al “dottore” il gioco ha preso un po’ la mano e ha cominciato a distribuire “perle di saggezza” e “me ne frego, vado avanti”. Tipico pensiero di chi si crede “unico”. E sfortunatamente ha anche ragione, perché altre persone non sono alla sua altezza. Non si tratta più di “politica”, c’è altro. Il “dottore” non ha colpe se le altre persone lo seguono.

Mentre non è altrettanto vero per i consiglieri che preferiscono voltare la testa. Se ad un cittadino gli venisse detto “guarda là, vola un asino”, questi ti riderebbe in faccia. Ecco, noi ad un attuale consigliere possiamo dire che un asino sta volando su Artena e lui ci crede. Spirito di corpo. E pure sono validi professionisti nella vita privata. Ma perché? Una valida riflessione confermerebbe la politica dei “piccoli passi” per mantenere intatto lo stato di necessità e le referenze. Non è un caso che la gestione pubblica è tramandata da padre in figlio. Non c’è ricambio. Ricicciano sempre come una pianta sempre verde e, inconsapevolmente, alla lunga infestante. Si diventa “strafottenti” e la gestione una mera concessione. Eppure a sentire i nostri amministratori che dicono “ma chi me lo ha fatto fare”, un senso di buona coscienza, non a buon mercato, consiglierebbe di cominciare a dire la verità agli artenesi.

Sosteniamo che gli attuali consiglieri alle prossime elezioni non dovrebbero candidarsi; non dovrebbero togliere il loro prezioso tempo ai propri cari e al proprio lavoro. Intanto il M5S di Artena li invita a non sacrificarsi per noi di Artena, che presto sapremo togliere anche l’ultima ragione di quella certa specie di impegno a chi non ha saputo onorare la civica e corretta amministrazione, il mandato elettorale …con il buon senso di tutti Voi, che adesso è davvero ora di cambiare, per l’onestà e la giustizia sociale, per lo sviluppo economico, per un’amministrazione di servizio alla cittadinanza, e non di spregiudicato “affare nostro” e dei pochi che si sentono padroni, anziché a servizio di chi lo ha eletto a rappresentarlo per la buona gestione da buon padre di famiglia che vive e fa vivere a testa alta con mani nude da ogni bottino, fosse anche solo di spocchia individualista e autoreferenziale, per sé e per i propri compari di merende e affini”.

Adolfo Mele

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