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Bando periferie, Frusone (M5S): “Quello che promettiamo, facciamo”

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ferentino pompeo frusone

Pare sia tornata la pace tra i Comuni e il Governo guidato da Giuseppe Conte sulla questione del bando Periferie. I famosi milioni di euro che alcuni Comuni dichiaravano scippati per le periferie, arriveranno e saranno persino di più.

«Infatti – spiega Luca Frusone del Movimento 5 Stelle che partecipò a suo tempo all’incontro organizzato dal sindaco Ottaviani – avevamo sin da subito garantito mezzo miliardo per i primi 24 progetti, che poi era tutta la somma che aveva messo il Governo Renzi e rimandato il resto dei finanziamenti, sbloccando comunque un miliardo di euro per i Comuni virtuosi».

Tale sblocco venne visto, soprattutto dagli esponenti del PD, come un furto ma, in realtà, contrattacca il deputato pentastellato «Non c’è stato nessun furto perché quei soldi erano dei Comuni e dovevano solo essere sbloccati. Il ritardo sulle periferie era dovuto alla pronuncia di incostituzionalità del bando stesso, a cui abbiamo ovviato, e al fatto che volevamo fare un nuovo controllo sui progetti vincenti». Durante l’incontro di Frosinone infatti vennero sollevati dubbi su come la commissione a guida PD aveva dato i punteggi premiando magari progetti che con la riqualificazione delle periferie avevano poco a che fare.

«In legge di bilancio verrà stanziato un altro miliardo e 600 milioni per gli altri 96 progetti che se sommati ai 500 milioni già previsti, gli unici stanziati dal PD, e al miliardo per i Comuni virtuosi raggiungono una cifra elevatissima a dimostrazione dell’attenzione che abbiamo per gli Enti Locali» evidenzia Frusone che conclude dicendo «Ovviamente, date le dinamiche precedenti, abbiamo cambiato qualcosa. Infatti non saranno contribuiti a pioggia ma grazie a un nuovo meccanismo sarà la capacità di realizzazione dei Comuni e di giustificazione delle spese a misurare le ripartizioni che avverranno dal 2019. Insomma quello che vogliamo far capire non è solo che se promettiamo una cosa la manteniamo ma che per i sindaci si apre un capitolo nuovo, infatti non dovranno dimostrare di avere tessere di partito o santi in paradiso per ottenere fondi per i cittadini ma dovranno dimostrare di saper amministrare, progettare e spendere bene quei soldi, un concetto banale ma che in un Paese come l’Italia ha il profumo di rivoluzione”.

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