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Anagni, Ugl sulla sanità locale: “Punto di primo soccorso e PAT non bastano”

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. Il comitato "Salviamo l'Ospedale di Anagni" interviene sul dibattito politico-amministrativo delle ultime settimane

Dopo il tragico evento verificatasi ad Anagni, stupisce l’affermazione della Asl Frosinone, che tramite l’ufficio stampa ricorda ai “Protagonisti della Politica e della informazione nonché alle cariche istituzionali – che la struttura di Anagni è un presidio sanitario e non un ospedale”; precisando che la sfortunata paziente non doveva essere condotta al Presidio di Anagni ma al Presidio Ospedaliero Frosinone/Alatri, che dista solo pochi chilometri.

Tanto premesso, l’Ugl/Sanità di Frosinone si domanda e chiede:

— chi scrive ha percezione dello stato di agitazione che subentra nel cittadino comune a digiuno di esperienza in sanità in caso di situazione d’emergenza?

— sa che in situazione di emergenza il ritardo di minuti potrebbe risultare fatale?

— visto la cronica carenza di mezzi di soccorso, nella Struttura sanitaria di Anagni era presente al momento l’ambulanza (118)?

L’Assessore alla sanità D’Amata e il Capogruppo Regionale del PD on Buschini, per sviare l’attenzione dalle vere Responsabilità scaricano sul Governo Centrale l’addebito (richiamando il Decreto Ministeriale n.70/2015), la ASL lo imputa al Decreto n.80 del 2010 costituente le Macroaree, cosicché, come al solito, inizia la “Tarantella dello Scaricabarile” e…. nessun responsabile del fallimento sanità.

Sono trascorsi 8 anni dal malaugurato Decreto 80, abolite le Macroaree cos’è cambiato nella sanità provinciale!!! Assolutamente nulla, se non le acuite criticità!!!

La realtà è una e sola: i VERI RESPONSABILI sono coloro che deputati alla PROGRAMMAZIONE SANITARIA TRIENNALE non hanno tenuto conto del reale fabbisogno (posti letto sottostimati – emergenza/urgenza trascurata – risorse umane insufficienti – sanità territoriale manchevole), visto che dovrebbero ben sapere che:

  1. Anagni e le aree limitrofe hanno una elevata concentrazione di stabilimenti industriali ad alta rilevanza d’incidenti lavorativi;
  2. Con la disattivazione dell’Ospedale di Colleferro, il vasto bacino di utenza sanitaria non ha punti di riferimento;
  3. È Sito D’Interesse Nazionale per l’inquinamento ambientale, a rischio incidente rilevanti.

Possibile che la Regione Lazio, già condannata dalla UE, tranne che conferire l’incarico di Coordinatore “Salute Ambiente” al suggerito uomo di fiducia, nella stesura del programma sanitario -approvazione dell’atto aziendale non ha tenuto conto dell’impellenza del risanamento ambientale divenuto imprescindibile e urgente?

Come è possibile, che al Commissario Onorario siano “sfuggite” queste realtà, come e perché trascura la necessità di ISTITUIRE UN REGISTRO TUMORI? Perché nel proporre l’Atto Aziendale non fa cenno alle reali esigenze del territorio anagnino e città limitrofe?

Secondo il sindacato occorre DARE IL VIA ALLA REALIZZAZIONE DI UN OSPEDALE INTERPROVINCIALE (Anagni – Colleferro – Paliano e paesi limitrofi), dotare la Provincia di Frosinone con i suoi 500 mila utenti contribuenti, dell’indispensabile Elisoccorso, smantellare l’apparato burocratico “ARES 118”, assegnare le medesime risorse economiche alle ASL di competenza vincolate all’emergenza, adeguare gli organici al fabbisogno oggi assai carente, procedere al ricambio generazionale con l’assunzione di giovani professionisti di tutti profili, stoppare, il ricorso al lavoro straordinario per garantire il servizio sanitario agli Istituti Carcerari e assumere personale dedicato ci sembra d’obbligo, visto che a distanza di 10 anni dal passaggio dal Ministero di Grazia Giustizia al SSR né è sprovvisto.

Invece sono state attivate: le Case della Salute, REMS – Degenza infermieristica – PAT – Ambufest servizi meno impellenti; esternalizzati i tanti servizi (Pulizie – Ristorazione – Portierato – Ausiliariato – Informatizzazione – Tesoreria – Assistenza Contabile – Trasporto Pazienti – Manutenzione Verde – CUP (Centro Unico Prenotazioni – Prevenzione e Protezione nei Luoghi di Lavoro ecc) che ha incrementato i costi e parimenti declinato la qualità; creato l’apparato burocratico ARES 118, che ha assorbito e assorbe milioni di euro, a scapito dell’operatività del Servizio nell’emergenza/urgenza sul territorio. E i risultati, tranne per coloro a cui troppe cose sfuggono, sono palesi a tutti,!!!!

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