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La chiusura del Punto Primo Intervento PPI di Anagni: l’ennesimo inganno

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anagni morto professore augusto orestini

Di seguito, il comunicato dell’Associazione Civis in merito a una delicata questione sanitaria

La chiusura del Punto Primo Intervento PPI di Anagni: l’ennesimo inganno

“Io so’ io e voi non siete un ……!” diceva il Marchese del Grillo, e mai frase fu più adatta a descrivere quanto accaduto per l’ex Ospedale di Anagni.

All’indomani della riunione della Commissione Regionale che richiedeva la sospensione della delibera della ASL con la quale si disponeva la definitiva chiusura dell’ultimo residuo di presidio sanitario ad Anagni, avvertimmo che era in arrivo una scontata fregatura.
La Commissione Regionale ha espresso una volontà politica, che non ha e non può avere alcun effetto sull’attività di gestione amministrativa dell’ente ASL.
E’ l’abc dei rapporti fra organi politici e gestione amministrativa degli enti pubblici: la separazione della sfera politica da quella di gestione amministrativa; e la chiusura del PPI di Anagni è un mero atto di gestione.
Il provvedimento della ASL non è stato contrastato da nessuno sul piano amministrativo o giudiziario (non abbiamo notizia di ricorsi al TAR o richieste di revoca del provvedimento), ed è stato reso in conseguenza di altri atti e provvedimenti amministrativi che pure non sono stati mai opposti o impugnati da alcuno.
Così la dirigenza della ASL di Frosinone può tirare diritto: si chiude.

Fino ad ora cosa è stato fatto –concretamente- per difendere almeno la conservazione del Pronto Soccorso di Anagni? Nulla, un classico “fico secco”.
Solo chiacchiere, promesse da campagna elettorale, manifestazioni, sit-in, lettere a Zingaretti, ininfluenti delibere di consiglio comunale, comunicati stampa di fuoco, tavoli, convegni, ecc.
E tutti hanno “abboccato” all’ennesimo inganno, persino il neo sindaco di Anagni.

I cittadini di Anagni, però, debbono scuotersi, ed anche diverse associazioni che li rappresentano: la difesa dell’ambiente e della salute debbono esercitarla in prima persona.
Delegare i loro rappresentanti politici a queste istanze non serve e non è servito a nulla, piatire assessori regionali e sindaci è inutile, far leva su questioni morali o politiche è del tutto inefficace, ed in Regione ed in ASL se ne stra-fregano delle manifestazioni di piazza in Ciociaria.
E pure le innumerevoli denunce ed esposti alle Procure non servono: i Pubblici Ministeri perseguono i reati, non hanno i poteri ed i compiti per riaprire reparti ed ospedali.
E finora il reato di “presa per i fondelli” non è previsto dal Codice Penale.

Molto più incisive sarebbero state impugnative di delibere, richieste formali di revoca di atti e provvedimenti, giudizi per l’adempimento, istanze per l’attivazione di poteri sostitutivi, azioni di responsabilità e risarcimento danni nei confronti dei dirigenti della ASL e della Regione Lazio.
Nessuno, ad esempio, ha impugnato illo tempore l’Atto Aziendale della ASL, prodromo dell’attuale chiusura del PPI di Anagni.
Fu proposto solamente un ricorso al TAR anni fa, debolissimo, tanto che fu stroncato dal giudice amministrativo e dal Consiglio di Stato senza nemmeno un pronunciamento di merito.

L’attività di difesa e tutela di ambiente e salute ha un costo: in denaro, in impegno, in tempo; ma se pensate che bastino 1000 like su facebook a cambiare le cose allora, cari anagnini, in brevissimo tempo le ragnatele invaderanno l’ex Ospedale, la Regione venderà l’immobile e ci sarà al suo posto un bel condominio.

Qualche tempo fa Civis indicò un punto di attacco strettamente legato alle questioni ambientali, suggerì uno dei tanti motivi sui quali basare un’azione amministrativa e/o giudiziaria per contrastare la definitiva chiusura del Pronto Soccorso di Anagni; lo illustrammo all’ex sindaco Bassetta, all’ex consigliere delegato alla sanità Roiati ed alle associazioni di Anagni, ma fummo ignorati.

Nel territorio del Comune di Anagni insistono ben n.7 impianti industriali a Rischio Incidente Rilevante RIR, ricadenti nelle fattispecie previste dalla Direttiva Seveso III, DLgs.vo 105/2015.
Sono impianti RIR quegli stabilimenti che, per le sostanze che utilizzano e per i processi produttivi che svolgono, possono causare incidenti le cui ricadute potrebbero interessare in maniera grave l’ambiente e la salute dei cittadini. Il richiamo al disastro di Seveso non è causale.
Al link http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/rischio_industriale/regioni/lazio.pdf del Ministero dell’Ambiente, detti impianti sono indicati e censiti: quattro sono di “soglia inferiore” e tre di “soglia superiore”.
E’ la più altra concentrazione di impianti RIR del Lazio e dell’intero centro-sud d’Italia: non c’è alcun Comune che ne abbia tanti, così vicini, da essere considerato anche il rischio del cosidetto “effetto domino”.

Per i tre di “soglia superiore” sono pubblicati sul sito web della Prefettura di Frosinone –come previsto dalla normativa- i PEE, Piani di Emergenza Esterna:
http://www.prefettura.it/frosinone/contenuti/Piani_emergenze_esterne-54497.htm

Nel Piano della Simmel Difesa spa (pag.58) relativamente al Soccorso Sanitario, è previsto l’utilizzo de: “Ospedale Civile di Anagni –  È in grado di accettare contemporaneamente n° 1 codice rosso n° 2 codici gialli n° 10 – 15 codici verdi e bianchi questo nelle ore diurne ( 8.00 – 20.00 ) in quelle notturne n° 1 codice rosso n° 1 codice giallo n° 6 – 7 codici verdi e bianchi a supporto dell’Ospedale di Anagni può esser utilizzato l’Ospedale di Alatri che ha le medesime capacità operative e in più ha il Reparto di Rianimazione”.
Pressochè identica previsione è contenuta nel Piano della Oxido spa (pag.59) ed in quello della Romana Chimici (pag.55).

E’ evidente che i PEE non sono aggiornati, ma è indubbio che i Piani sono stati redatti in considerazione della indispensabile vicinanza di un Pronto Soccorso come quello di Anagni, in grado di rispondere all’emergenza sanitaria conseguente all’Incidente Rilevante.
Solo che il Pronto Soccorso di Anagni non esiste più.

Se i Piani di Emergenza pubblicati dalla Prefettura non sono aggiornati, pure il Piano di Protezione Civile di Anagni, ben più recente, mostra qualche pecca visto che nel capitolo 1.4) Servizi Sanitari (pag.7) viene descritto come struttura di sanitaria attiva l’Ospedale di Anagni, con pronto soccorso e reparti di Cardiologia, Medicina Generale, Ortopedia, Urologia, Chirurgia.
http://www.comune.anagni.fr.it/archivio2_aree-tematiche_0_93.html
Solo che tutto questo non esiste più.

Immaginate la confusione ed i problemi nel caso –che speriamo non si verifichi mai- di incidente rilevante, con la presenza di indicazioni contraddittorie e fuorvianti nei PEE e nel Piano di Protezione Civile di Anagni.

Insomma, qualcuno ha mai chiesto una verifica –formale ed ufficiale- al Dipartimento della Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio, o presso il Ministero dell’Ambiente, o ancora presso il Ministero della Sanità, della rispondenza delle strutture sanitarie di Anagni all’emergenza per i RIR?
Qualcuno ha mai richiesto, formalmente ed ufficialmente, alla ASL ed alla Regione Lazio di adeguare la struttura sanitaria a queste primarie esigenze?
Qualcuno ha mai agito, in sede amministrativa o in giudizio, per ottenerla?

Dopo aver saputo che nessuno lo ha mai fatto, ad Anagni continuate a dormire tranquillamente?

Ferentino

Associazione Civis

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