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Tritoni e sirene conquistano il Brasile: la nuova moda presto anche in Italia?

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L’hobby di nuotare con una coda da sirena è un fenomeno recente, che sta riscuotendo un grande successo in Brasile e si prepara a diffondersi dall’oceano Pacifico al mar Mediterraneo. Questa mitica figura marina, a metà strada tra un pesce ed un essere umano, affascina da sempre giovani e adulti per il mistero che l’avvolge, per la sua libertà e per la sua bellezza. Rappresentata di volta in volta come un essere spietato o generoso, la sirena costituisce il legame dell’uomo con una realtà che non gli appartiene, ma che lo colpisce: quella marina.

Il mermaiding, da una soap opera alla vita reale

Meglio nota come ‘sirenismo’, o ‘mermaiding’, questa pratica era fino a poco tempo fa relativamente sconosciuta. A farla balzare agli onori della cronaca, catturando l’attenzione di numerosi spettatori, è stata la soap opera brasiliana A Força do Querer. La sigla della telenovela, cantata dal celebre Roberto Carlos e interpretata dalla ‘sirena’ Ísis Valverde, ha registrato ben 7 milioni di visualizzazioni su YouTube, a testimonianza dell’interesse per questo fenomeno. Non solo: il Brasile ha addirittura una ‘sirena ufficiale’, la 34enne Mirella Ferraz, tra le prime persone ad aver aderito a questo hobby. Ma il sirenismo non è un’esclusiva del genere femminile: tra le persone che praticano questa attività, circa un migliaio secondo Ferraz, ci sono anche vari uomini, che vengono chiamati tritoni. Il numero di fan della coda da sirena potrebbe probabilmente aumentare se il suo prezzo non fosse proibitivo: circa 1.200 $ per un costume di gamma media. A prescindere dal costo dell’equipaggiamento, che in Paesi come Italia ha prezzi più accessibili come quelli del rivenditore Abyss Mermaid, in Brasile questo hobby non è esente da polemiche. Se sirene e tritoni mostrano con sicurezza tutta la loro gioia di nuotare con una coda, un organismo del governo brasiliano incaricato di vigilare sulla qualità e sulla sicurezza dei prodotti ha chiaramente manifestato tutta la sua perplessità al riguardo. Secondo tale ente, il cui nome è Inmetro, la coda da sirena impedirebbe i movimenti umani, tra cui stare in piedi sulle proprie gambe, facendo rischiare l’annegamento a chi la usa. In Europa, invece, il fenomeno comincia a diffondersi con corsi ufficiali di mermaiding organizzati dall’ESA (European Scuba Agency worldwide).

Le sirene e i tritoni nella mitologia classica

L’ambivalenza del fenomeno del sirenismo rispecchia quella del personaggio mitologico, ritenuto benevolo o malevolo a seconda dei casi. Molti di noi ricordano di aver sentito parlare delle sirene e del loro canto ammaliatore sui banchi di scuola: questi personaggi fantastici, infatti, sono stati descritti dal poeta greco Omero nell’Odissea. Nate dalla divinità dei fiumi Acheloo e dalla musa Melpomene, da cui hanno ereditato la voce suadente, sono esseri incantatori e pericolosissimi, con un bellissimo volto di donna e un corpo, ali e artigli di uccello. Le sirene si appostano sugli scogli e intonano un canto irresistibile per attirare i marinai che, per raggiungerle, si lanciano dalle loro navi. Chi non muore annegato viene ucciso da queste splendide e spietate creature. Ulisse, che nel poema omerico viene dipinto come l’eroe intelligente, riflessivo ed equilibrato, si prepara ad affrontare le sirene con uno stratagemma: protegge le orecchie ai suoi compagni di viaggio con della cera, in modo che continuino a remare senza pericolo, e si fa legare all’albero maestro della nave per poter ascoltare il loro canto senza morire. È nel Medioevo, forse per un errore di trascrizione (pinne invece di penne) o per l’influenza del cristianesimo in quanto solo gli angeli potevano essere dotati di ali, che le sirene diventano creature a metà strada tra esseri umani e pesci. Col tempo anche il loro comportamento si modifica, e da esseri spietati si trasformano in figure benevole, pronte a salvare gli uomini durante le tempeste. Proprio per scongiurare le tempeste, in tempi più recenti, le polene scolpite sulla prua delle navi avevano spesso la forma di una sirena. La stessa ambiguità hanno avuto nella storia i tritoni, creature dalla coda di pesce e dal torso umano, di volta in volta temute o amate dai naviganti.

Le sirene al cinema e nei videogames

La sirena più celebre della storia del cinema è indiscutibilmente lei, la biondissima Daryl Hannah. I suoi capelli frisé e la sua lunga coda arancione nel film Splash – Una sirena a Manhattan (1984) hanno affascinato molti di noi, compreso il co-protagonista di questa commedia romantica, un giovanissimo Tom Hanks. Più recenti e per niente gentili sono le sirene cannibali di Pirati ai Caraibi – Oltre i confini del mare (2011), mentre impegnata nella difesa della natura e del mondo sottomarino è la protagonista del film cinese The mermaid ((2016). Tra le sirene glamour c’è infine la top model Cara Delevigne, interprete di Pan (2015). Forbidden siren (2004), Forbidden Siren 2 (2006) e Siren blood curse (2008) sono invece due videogiochi survival horror creati da Sony per la PlayStation, ambientati a seconda dei casi su un’isola o in un remoto villaggio tra le montagne del Giappone, in cui il suono terrificante di una sirena segna l’inizio di orribili eventi. Sono al contrario simbolo di fortuna le splendide sirene della slot Mermaids Millions di Betway, che appaiono tra perle e altri tesori del mare.

Da migliaia di anni, nella letteratura, al cinema, nel nuovo mondo dell’IGaming, le sirene ci attirano e ci incantano con la loro ambivalenza. In attesa di nuovi avvistamenti, come quelli avvenuti nei secoli passati in varie zone del mondo, è dunque inevitabile che alcuni di noi vogliano imitarle e provare personalmente la sensazione di immergersi come queste creature magiche, bellissime e pericolose, nel loro ambiente naturale.

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