Cultura

Artena, “da Cesarone”, l’unico punto d’incontro del centro storico

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Come si vive nel borgo non carrabile più grande d’Europa? Lo stiamo chiedendo direttamente a loro: a chi lavora e vive al centro storico di Artena.

Ho scelto di restare qui, di tenere aperto questo posto. Solo chi vive il centro storico trecentosessantacinque giorni l’anno può raccontare il paese, le sue scomodità e i suoi pregi. Augusto sistema il bancone del bar e continua a discutere con fervore del suo centro storico. Non parla dietro un bancone qualunque, Augusto Angelini gestisce un’istituzione: il bar di Cesarone, unico punto di ritrovo nel cuore del borgo.

Cesare, fratello maggiore di Augusto – scomparso qualche anno fa – ha custodito con cura questo luogo, tanto da farlo diventare una certezza per generazioni di artenesi. “Il bar esiste da circa settant’anni e da trent’anni è gestito dalla mia famiglia. Restare qui – spiega Augusto- è stata una scelta fondamentale, si fanno delle rinunce ma si riceve molto, sia dalle persone che dalla bellezza di questo posto. Il centro storico è casa mia e per rivalutarlo bisogna continuare a viverci e a lavorarci”. Attraverso foto, cartoline e poster, le pareti del locale parlano assieme ad Augusto, consegnando ai visitatori un personalissimo racconto fatto di attimi di vita nel bar, foto di famiglia e, ovviamente, scatti che immortalano i muli di Emilio e Francesco Bucci.

In questo bar, decenni diversi s’innestano tra di loro: gli anni ’50 dialogano con gli anni ’80, il biliardino conversa con il flipper mentre i tavolini di plastica e di legno ospitano agguerritissime partite di briscola. Da quel bancone Augusto osserva tutto, si preoccupa dei suoi clienti: nessuno di loro resterà mai senza vino e gazzosa, senza birra o senza caffè. C’è chi ha staccato da lavorare, chi ricorda il tempo in cui lavorava e chi passa per un saluto al volo. Tra un carico di briscola e l’altro, a volte germogliano conversazioni sui problemi del proprio paese; motivi di riflessione politica che Augusto favorisce e alimenta:

“Ci vorrebbe poco per rivalutare il centro storico, basterebbe non considerarlo come una parte secondaria di Artena. Manca da tempo una progettualità per rilanciare il paese e – continua Augusto – mancano i servizi, l’ufficio postale, l’asilo, un ufficio comunale, uno d’informazioni turistiche. Continuare a vivere qui resta qualcosa di bello, di unico ma è sempre più difficile, soprattutto per gli anziani. Io ho fatto l’amministratore, so che ci sono difficoltà oggettive ma l’interesse per la comunità  non deve mai mancare e neanche il confronto con la popolazione.

Il bar è anche la sede del circolo Arci Montefortino ’93. Musica, presentazioni di libri, pranzi sociali e polentate. Gli attivisti dell’Arci animano il bar con diverse iniziative, alcune delle quali, sono appuntamenti fissi come i festeggiamenti per il 25 aprile e  il memoriale per Cesarone: due giornate per ricordare lo storico gestore del Circolo, per stare insieme e partecipare ai tornei di biliardino e briscola.

L’ufficio postale in via del Municipio ha chiuso quasi da 10 anni, non c’è nessun locale comunale a disposizione dei residenti, nessun tipo di ufficio dove poter incontrare l’istituzione locale. In tutto il centro storico, questo bar è l’unico punto d’incontro, unico rifugio dove poter fermarsi un attimo. Augusto lo sa bene, per questo resta aperto.

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