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Frascati, “Vivere la guerra e raccontarla-Storie di donne ieri e oggi” in programma il 7 settembre presso l’aula consiliare del Comune.

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Frascati, il Sindaco ai Medici di Base: "Creiamo un coordinamento locale per gestire, al meglio, la cosiddetta Fase 2"

INTERVENGONO: Laura Aprati, giornalista e autore RAI UNOMATTINA, Elisa Ercoli presidente dell’Associazione Differenza Donna, Roberto Eroli, Presidente dell’Associazione Civitas Tuscolana. Modera Sabrina Turco giornalista TG1 RAI.

In collaborazione con l’Associazione SOStegno Donna.

8 settembre 1943; mentre a Roma l’Eiar stava per annunciare l’armistizio concordato da Badoglio qualche giorno prima a Cassibile, su Frascati, alle ore 12,09, l’aviazione degli alleati angloamericani sganciava 353 tonnellate di esplosivo. Migliaia di bombe s’abbatterono sulla Città: 604 furono le vittime, 338 le donne che persero la vita. Gli allarmi antiaerei penetravano nelle orecchie mentre in casa, quella mattina, si preparava la tavola per il giorno di festa. Qualcuno avrebbe mangiato brodo, altri gnocchi, per tanti altri che non potevano ricorrere alla borsa nera il pasto sarebbe stato più povero. Ignara di ciò che stava per accadere, la popolazione tuscolana celebrava la Natività della Madre di Dio, e nella cattedrale di san Pietro, da pochi giorni si pregava davanti all’immagine della madonna Refugium peccatorum, appena trasferita dalla Chiesa del Gesù, perché la guerra finisse. In 20 minuti il trascorrere faticoso di una vita di paese che subiva la difficile convivenza con il quartier generale del Comando Supremo tedesco per lo scacchiere mediterraneo, l’OBS, guidato dal generale Kesselring, stava per  cambiare drasticamente. 131 quadrimotori sganciano sui cieli di Frascati oltre 1300 bombe, un’azione prevista nella strategia per l’armistizio e per facilitare lo sbarco alleato a Salerno. Venti minuti o poco più: tanti ne occorsero per sconvolgere il paese fu nel suo assetto urbanistico e nel suo tessuto sociale: il 60% degli edifici fu distrutto, il 32 % divennero inagibili. Sotto una pioggia violenta di acciaio e polvere da sparo crollavano case e palazzi, chiese e scuole. La polvere avvolge tutto, l’odore è acre, si cominciano a soccorrere i feriti e contare i morti tra di loro tante donne: bambine, giovani, anziane e adulte. L’assetto sociale era irrimediabilmente sconvolto e, da quel momento, nulla fu come prima. Centinaia di famiglie, piangendo i morti, tra fame e stenti trovarono alloggi di fortuna nelle campagne e nelle ville rinascimentali rimaste parzialmente indenni dalle esplosioni. Per tante donne tuscolane si trattava di ricostruire una vita e una famiglia deflagrate non soltanto sotto le bombe ma anche nella quotidianità. Per molte di loro, giovani e vecchie, altre prove traumatiche stavano per arrivare insieme alle truppe alleate francesi. La paura non arrivava più soltanto dal cielo ma anche da terra nelle campagne, sulle strade, nelle case. La macchina della propaganda di guerra sensibilizzava i pochi uomini rimasti in paese a difenderle dagli oltraggi e dalla violenza del passaggio dei soldati  ma come ha ben delineato Maria Maddalena Rossi nella sua Interpellanza alla Camera dei Deputati  nel 1952 migliaia furono vittime di stupri di guerra non soltanto in Ciociaria ma anche nei Castelli Romani. I verbali delle autorità giudiziarie restano ancora grandemente inesplorati negli archivi storici e pesante è stato il silenzio e la vergogna. Destabilizzate e violentate dalla guerra, le Frascatane, come tante donne oggi  nel mondo che subiscono le stesse violenze e sofferenze, hanno saputo reagire. Ricostruendo sulle macerie fisiche e psicologiche l’esistenza  propria, delle  famiglie e di un intera collettività. Le guerre cambiano armi, luoghi  e tecnologie ma le lacerazioni psicologiche restano le stesse.

 

A discutere di questi temi, il 7 settembre, moderate da Sabrina Turco giornalista del TG1, saranno: Laura Aprati, autrice per la Rai di Unomattina che ha raccontato tante storie di donne e di guerre di questi ultimi anni, Elisa Ercoli presidente dell’Associazione Differenza Donna presente in molti Paesi a sostegno delle donne vittime di violenze, Roberto Eroli appassionato ricostruttore storico dei tragici eventi dell’8 settembre 1943, autore di numerose pubblicazioni; Giuseppina Crescenzi, Maria Pia Cuppitelli e Nanda Zampilloni che la guerra e il bombardamento di Frascati l’hanno vissuto e visto con i loro occhi di bambine e giovani donne.

 

L’Amministrazione comunale ringrazia le associazioni che hanno contribuito alla realizzazione della giornata: Civitas Tusculana, Di Terra e di Parole e SOStegno Donna

«Le donne sono sempre pronte a ricostruire affetti, famiglie e tessuto sociale, in sintesi la serenità e la pace – sottolinea il Sindaco di Frascati Roberto Mastrosanti -. Riconoscendo il grande lavoro di ricostruzione affettiva e sociale che caratterizza tutte le donne  di ieri e di oggi, non dimenticando  le grandi fatiche vissute nel  soccorrere i feriti e nel compassionevole lavoro di recupero delle vittime l’Amministrazione comunale ha voluto dare un segnale di riconoscimento forte  a tutte le vittime di tutte le guerre, scegliendo di ospitare la manifestazione nell’Aula Consiliare di Frascati».

«Con l’iniziativa “Vivere la guerra e raccontarla – storie di donne ieri e oggi” – spiega l’Assessore alla Cultura Emanuela Bruni -, l’Amministrazione comunale oltre ricordare i tragici eventi dell’8 settembre 1943 ha voluto per la prima volta raccontare la storia dell’8 settembre vista con gli occhi delle donne e vuole incentivare studenti e studiosi a porre attenzione sui fenomeni sociali che tale tragico evento comportarono per la società tuscolana in un’ ottica di memoria e ricostruzione storica».

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