Cronaca

Ceccano, le parole della donna colpita dalla fiocina a Ponza: Sono stata miracolata

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Una storia dai contorni tragici che, fortunatamente, si è risolta senza conseguenze serie. Roberta, la donna di Ceccano colpita da un arpione partito dalla fiocina di un sub, adesso sta bene e può tirare un sospiro di sollievo, ma la paura per quell’incidente che rischiava di uccidere lei e il suo bambino (è incinta di 8 mesi) è stata tanta.

I fatti risalgono alla giornata di Pasqua: la ragazza stava rientrando insieme al compagno e ad altri amici sulla costa dopo un’escursione tra le splendide grotte dell’isola di Ponza. Ad un tratto l’imbarcazione ha urtato un sub che, spaventato, è subito riemerso accusando il gruppo di una manovra incontrollata che avrebbe potuto ammazzarlo.

Una discussione accesa, con gli occupanti del gommone che hanno ribattuto di non aver visto nessuna bandierina predisposta per la segnalazione, una prassi che deve essere rispettata da qualunque sub dedito all’attività di immersione.

I toni si sono scaldati sempre più e l’uomo, un romano di 47 anni, avrebbe minacciato il gruppo di squarciare il barcone proprio con l’arma che aveva tra le mani, un fucile specifico per l’attività di pesca subacquea. Alla fine, quel colpo è partito veramente, anche se la dinamica resta ancora da stabilire, così come la volontà del gesto.

Fatto sta che l’arpione, invece dell’imbarcazione, ha raggiunto proprio la donna, penetrando per quattro centimetri all’interno della carne, schivando miracolosamente la milza e fermandosi ad un solo centimetro dalla punta del polmone. Nessuna conseguenza per il bimbo che porta in grembo, con gli esami che hanno dato esito negativo.

“Erano circa le 16 e stavamo tornando a riva insieme ai nostri amici dopo una gita – racconta la stessa Roberta -. All’improvviso abbiamo avvertito un rumore sotto la barca e dopo aver percorso qualche altro metro è emerso un sub che ci ha accusato di volerlo ammazzare. In realtà era stato proprio lui a non segnalare la sua posizione con boe e bandierine, ciò nonostante ci ha aggredito verbalmente minacciandoci di colpire la barca con il suo fucile, come in realtà è avvenuto. Non so se l’abbia fatto apposta o meno, fatto sta che il colpo è partito e mi ha centrato in pieno.

Per fortuna avevo addosso un abbigliamento pesante con tanto di piumino, ma il dolore è stato lancinante e ho avuto subito paura che potesse essere successo qualcosa al bambino. I soccorsi sono stati tempestivi ed è arrivata subito l’eliambulanza che mi ha portato al San Camillo dove mi hanno operato d’urgenza, fortunatamente è andato tutto per il meglio anche se me la sono vista brutta. Sono stata miracolata nel vero senso della parola. Ora il peggio è passato, anche se il dolore resta forte e non posso assumere nemmeno farmaci che potrebbero danneggiare la salute del bimbo”.

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