Cronaca

Cassino, confessa omicidio ma il cadavere non si trova: la strana storia di un uomo già condannato

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Un 46enne di Cassino confessa un delitto, ma il cadavere non si trova. Questa è una storia strana, avvenuta a un uomo già condannato per omicidio della compagna e poi rinchiuso in un reparto di psichiatria.

L’uomo ha raccontato alla polizia di Stato di aver ucciso un senza tetto a Roma, nei giorni scorsi. Si è costituito e ha spiegato la propria versione agli agenti. Questi ultimi hanno eseguito i riscontri di rito, ma non hanno rinvenuto il cadavere.

Gli investigatori della squadra mobile di Frosinone hanno così archiviato la vicenda, affermando che “Non ci sono riscontri oggettivi, né indagini in corso. La versione dell’uomo è stata ritenuta insufficiente“. Con queste parole il vicequestore Carlo Bianchi ha posto fine alla vicenda. Almeno così sembra.

La Squadra Mobile di Frosinone non ha trovato il cadavere. Il 46enne ha confessato l’omicidio, ma la sua testimonianza non è stata ritenuta attendibile, anche per mancanza di un riscontro di prove. Era già stato condannato per l’omicidio della sua compagna, avvenuto circa 20 anni fa.

Tutt’ora è ricoverato nel reparto di psichiatria all’ospedale di Cassino. Alla polizia avrebbe raccontato di aver ucciso, una persona senza fissa dimora, a Roma. La dichiarazione non è stata ritenuta attendibile dagli investigatori perché l’uomo non ha saputo fornire circostanze del presunto delitto e il cadavere del clochard non si trova.

 

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