Cronaca

Nessun passo avanti per l’ospedale di Colleferro

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Asl Roma 5: il potenziamento negato anche in tempi di COVID

Riceviamo e condividiamo: 

Con il servizio andato in onda il 29 luglio 2017, sulla rete nazionale La7, nell’ambito del programma “Coffee breack”, a cura della giornalista Lavinia Bruno, abbiamo portato all’attenzione del grande pubblico la drammatica situazione del nosocomio L. P. Delfino di Colleferro (per il video vai alla pagina FB https://www.facebook.com/ospedaleacolleferro/).

Durante le riprese in piazza A. Moro, davanti l’ospedale, si sono avvicendati cittadini, medici in pensione, curiosi e rappresentanti di associazioni e comitati locali.

Sono intervenuti anche i responsabili della Direzione sanitaria (la dott.ssa Bianchi e il dott. Nicolò), su autorizzazione del Direttore generale, dott. De Salazar, finora “indifferente” alle frequenti richieste di incontro del Comitato. Presenza inattesa, che ha stupìto tutti, e affermazioni fuorvianti, che abbiamo duramente contestato.

Il tono rassicurante in versione televisiva delle voci della Direzione aziendale non ci hanno convinto e non cambiano lo stato di fatto in cui versa l’ospedale!

Pesanti le responsabilità della Direzione generale della Asl Rm 5, della Regione Lazio e dei Sindaci del territorio: è inutile cercare di sminuirle! Semmai agite per garantire nel territorio i livelli essenziali di assistenza (LEA), a cominciare dalla riduzione dei posti letto, alla mancanza di coordinamento dei servizi esistenti, che penalizzano l’intera valle del Sacco, un bacino di circa 130 mila abitanti tra Roma e Frosinone.

Con la nuova normativa sulla “Sicurezza delle cure” (Legge 8.3.2017) cambia anche il ruolo dei Comuni, soprattutto nella prevenzione dei cosiddetti “eventi avversi” attraverso il rispetto dei requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi nell’erogazione delle prestazioni sanitarie.

E’ eclatante la sottoutilizzazione della Nuova Ala dell’ospedale, priva del collaudo definitivo, nonostante la Direzione sanitaria continui ad affermare il contrario. Non conosciamo il disegno innovativo – se c’è – per la valorizzazione degli spazi, delle professionalità e delle risorse economiche investite nella sua ristrutturazione!

Gli organi della Direzione sanitaria sono stati capaci solo di trasferire i reparti (letti e complementi di arredo) dal vecchio ospedale alla Nuova Ala!

Abbiamo posto l’attenzione sui disagi causati dall’accorpamento di 4 reparti presso l’ospedale di Palestrina, e che abbiamo difeso presentando ricorso al TAR del Lazio e al Presidente della Repubblica, di cui attendiamo le sentenze. Gli altri reparti hanno bisogno di sangue ma non c’è più il servizio trasfusionale. Molti, anzi troppi reparti e da troppo tempo, non hanno un Direttore a coordinare l’attività delle unità ospedaliere!

Non vogliamo rinunciare all’Anatomia Patologica, Nefrologia, Dialisi, Neurologia, Emoteca H24, che ci sono stati promessi! Ma serve personale e le assunzioni di medici, infermieri e figure di supporto, di cui si parla da anni, slittano a fine 2017! Ci riferiscono che la condizione degli addetti delle pulizie continua ad essere precaria

Per la Direzione sanitaria i pazienti devono avvalersi delle strutture sanitarie territoriali (se le trovano) e ricorrere all’ospedale solo per le “emergenze“. Sono proprio le “emergenze” la nostra maggiore preoccupazione! Da Colleferro e dai vari Comuni del territorio non abbiamo i mezzi pubblici di trasporto per raggiungere gli ospedali, come sanno i Sindaci.

Oltre ai problemi logistici non abbiamo assicurazioni sull’efficienza della rete dell’urgenza-emergenza e sulla attivazione dei servizi territoriali integrativi e sostitutivi dei distretti sanitari, anche questi promessi!

Siamo in Agosto e non sappiamo quale sia la reale situazione organica del Pronto Soccorso e la capacità di rispondere alle urgenze! Alla domanda sul numero di ambulanze a disposizione dell‘ospedale abbiamo ricevuto come risposta i nomi delle società che gestiscono il servizio!

Visti questi risultati denunciamo il fallimento della “Facility Manager” a cui la Regione ha affidato  la strategia, la gestione e l’operatività del sistema sanitario. Qual è stato finora il controllo e i risultati di gestione sulla riduzione dei costi a fronte della diminuzione delle risorse per la spesa sanitaria?

Il Comitato e i Sindaci (di Colleferro, Artena, Carpineto Romano, Gavignano, Gorga, Labico, Montelanico, Segni e Valmontone) hanno chiesto il 16.2.2017 al Direttore Generale, Dott. De Salazar, una serie di misure per garantire il diritto alla salute della popolazione della valle del Sacco, che a tutt’oggi non sono state adottate! (http://www.cronachecittadine.it/ospedale-di-colleferro-il-sindaco-sanna-e-tutti-i-sindaci-rmg-6-chiede-al-dg-dellasl-un-incontro-ed-invia-una-lista-di-richieste/).

Il Comitato è inascoltato, ma i Sindaci, che nel 2015 hanno occupato virtualmente i reparti, cosa fanno oggi per tutelare la loro gente?

La valle del Sacco e Colleferro sono gravati da problemi ambientali “storici” (area SIN, sito di interesse nazionale, e RIR, zona industriale a rischio di incidente rilevante) e tra cementificio, cave, turbogas, discariche e inceneritori abbiamo bisogno di più sanità pubblica e non di ricevere, come vuole la Regione, più rifiuti! E più servizi li devono chiedere (non con i comunicati stampa) i Sindaci!

Manca, dott. Nicolò, sia la sanità pubblica, sia i servizi territoriali di un distretto sanitario! Vedremo, dott.ssa Bianchi, quali e quanti saranno gli incarichi medici entro il 2017, posto che ad oggi non sono stati ancora pubblicati i bandi di assunzione!

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