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Artena, rifiuti: in arrivo tempi cupi. Differenziata al 5,05%

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Artena – 5.05%, questo è il livello di raccolta differenziata. Bisogna partire da questo dato per analizzare la gestione dei rifiuti ad Artena. Una percentuale che, consultando i dati del catasto dei rifiuti elaborati dall’ISPRA, negli ultimi anni è addirittura scesa di qualche punto: nel 2013 oscillava intorno all’8% mentre nel 2014 arrivava al 7,08% (entro 2012 avremmo dovuto raggiungere il 65 % di rifiuti differenziati).

Una regressione dovuta a un sistema di gestione della spazzatura incapace di garantire un riciclo ottimale dei rifiuti e che soprattutto non permette ai cittadini di essere virtuosi. La raccolta stradale di Artena presenta una grande criticità: il cassonetto nero, il contenitore più grande di tutti, quello adibito a ricevere rifiuti indifferenziati insieme agli scarti alimentari e a molti altri tipi di immondizia. Sostanzialmente una micro discarica che accoglie ogni tipo di monnezze compresi gli ingombranti.

Questo metodo di raccolta produce ciclicamente grandi disagi in determinati periodo dell’anno ma soprattutto entra facilmente in crisi al primo sciopero, disfunzione o difficoltà di Lazio Ambiente.

Il rifiuto indifferenziato

Buttare l’umido insieme all’indifferenziato è un grave errore, farlo ad Artena è anche un grande dispendio di soldi per le casse comunali visto che il rifiuto indifferenziato (che ad Artena è quasi la totalità del rifiuto prodotto) finisce negli impianti di RIDA Ambiente ad Aprilia. Trasporto, contratti, tariffe di conferimento, costi che si riversano sui contribuenti.

Monnezza è ricchezza, uno slogan che vale solo per chi i rifiuti li tratta mentre alla popolazione non resta che subire e pagare conseguenze di un sistema malato che non funziona e che produce soltanto gravi conseguenze sanitarie e costi elevati per la comunità.

Buone pratiche e raccolta porta a porta, miraggi

Per scongiurare il problema dei rifiuti e per arrivare ad avere una città più pulita, l’attivazione della raccolta porta a porta è condizione necessaria. Lo strumento della porta a porta con il  sistema di tariffazione puntuale ( meno rifiuto indifferenziato produci meno paghi) consente di raggiungere  livelli alti di differenziata e genera una maggior partecipazione dei cittadini che, coinvolti e consapevoli del loro ruolo, collaborano attivamente alla buona riuscita della raccolta.

In molti paesi italiani – comprese cittadine vicini ad Artena come Montelanico, Colleferro e Olevano –  sono state avviate esperienze di buone pratiche capaci di contribuire alla riduzione  e alla prevenzione della produzione del rifiuto. Una tra tutte, il compostaggio domestico.

Il compostaggio è un’attività che consente di recuperare gli scarti organici di casa (potature, scarti vegetali, scarti alimentari ecc.) e di riutilizzarli come fertilizzante, riducendo in tal modo, la quantità di rifiuti prodotta in casa.
Molte abitazioni ad Artena hanno giardini, terreni o comunque abbastanza spazio per poter praticare il compostaggio domestico e di conseguenza produrre meno rifiuti.
Molti comuni incentivano questa pratica virtuosa, donando in comodato d’uso le compostiere e molto spesso per chi fa il compostaggio sono previste riduzioni fino al 30 % sulla tassa dei rifiuti.

La città metropolitana ha all’attivo da diversi anni una campagna di sostegno al compostaggio domestico con tanto di fornitura gratuita dei compostatori. La campagna ComposTIAMO

L’ente metropolitano mette a disposizione compostiere, materiale per la sensibilizzazione e organizza nella città incontri di formazione sul compostaggio. L’assessorato all’ambiente di Artena ( più volte sostituito e modificato) sembra non conoscere questa campagna o peggio l’ha completamente ignorata.

Raccoglitori per l’olio esausto, contenitori speciali per il riciclo dei pannolini e pannoloni, compostaggio di comunità nelle scuole e nei ristoranti. Azioni virtuose che i comuni limitrofi hanno messo in campo da tempo con ottimi risultati.

Tempi cupi

L’amministrazione comunale di Artena nell’ultimo periodo sta accusando LazioAmbiente per i disservizi ma anziché chiedere più voce in capitolo – visto che si tratta di una società pubblica nata dalla ceneri dal consorzio GAIA fondato anche dal Comune di Artena – il Sindaco ha deciso di defilarsi da Lazio Ambiente con l’istituzione di un bando di gara per l’affidamento e la gestione dei rifiuti.

Anziché lavorare per ottenere l’avvio della porta a porta e di una serie di buone pratiche, Artena si sta dirigendo verso una falsa soluzione: affidare la gestione a un privato. In questo caso si tratta di una ditta di Scafati ( provincia di Salerno), l’Igiene Urbana Srl. Azienda che opera anche ad Ardea, in provincia di Latina.

I NOE di Roma e Napoli – attraverso intercettazioni telefoniche e videosorveglianza – hanno raccolto diversa documentazione che ha portato agli arresti dirigenti dell’azienda e dipendenti comunali. Secondo la procura l’azienda addebitava costi non dovuti al comune di Ardea per lo smaltimento di rifiuti speciali con la complicità del geometra del comune. Tonnellate di scarti di rifiuti elettronici venivano mischiate con i rifiuti ingombranti portati dai cittadini nelle isole ecologiche. Gli arresti risalgono all’anno scorso, le accuse sono cadute e dirigenti sono tornati al loro posto.

Al di là della vicenda giudiziaria, resta un fatto: la perdita di controllo di un settore importante e delicato. La scelta della privatizzazione del servizio si tradurrà per Artena come l’inizio di una stagione ancora più cupa sul fronte della gestione dei rifiuti, soprattutto se si considera una questione non di poco conto: 3.130.962 euro di debito con LazioAmbiente.

I cittadini di Artena sono costretti a subire le conseguenze di un’incapacità amministrativa e a pagare per un servizio che non esiste. Artena, le sue contrade, il suo territorio e gli abitanti restano parte lesa, un paese che continua a prendere schiaffi, a essere deturpato e venduto al ribasso.

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