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Atletica, quella volta che il discusso campione Ben Johnson venne a Colleferro

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Colleferro

Il 31 marzo l’atletica torna di moda grazie al film Race – il colore della vittoria, che racconta l’incredibile storia di Jessie Owens. Questa, però, è un’altra, altrettanto avvincente, narrazione.

Ben Johnson, (nome per esteso Benjamin Sinclair Junior) nato a Falmouth (Giamaica) il 30 dicembre 1961, è un discusso ex campione di atletica condannato per doping. Divenne una vera e propria celebrità quando ai campionati mondiali di Roma, nel 1987, battè Carl Lewis. I più giovani forse non lo conosceranno, ma chi ha qualche anno in più ricorderà quel mese in cui l’atleta venne a soggiornare a Colleferro.

Ben Johnson è un ex sportivo canadese di origine giamaicana, campione mondiale indoor dei 60 metri piani nel 1985. Ai Giochi olimpici di Seul del 1988 vinse la finale dei 100 metri piani stabilendo il nuovo record mondiale con il tempo di 9″79. Tre giorni dopo, i risultati dei test rivelarono che era positivo al doping. Fu squalificato: la vittoria e il record vennero annullati. Nel 1991 finì la squalifica. Il campione tentò il ritorno, senza successo: nel 1993 venne trovato positivo in una gara a Montréal (Canada) e squalificato a vita dalla IAAF (International Association of Athletics Federations ).

Nel dicembre 2006 Ben Johnson ha dichiarato di voler far riaprire il caso legato al doping ai Giochi olimpici del 1988. Ha spiegato di essere stato vittima di una cospirazione americana da parte di personaggi vicini a Carl Lewis. Nel maggio 2008 afferma di possedere prove che dimostrerebbero la sua innocenza.

Questa in breve sintesi la storia dell’ex campione di atletica. Nel 1995 venne a stare a Colleferro per un mese. Soggiornò nell’ormai dismesso hotel Astoria e non era difficile vederlo in giro. Scelse di gareggiare in provincia di Roma proprio per evitare la ribalta mediatica. Il 24 giugno 1995 si è tenuta una sfida a scopo benefico tra squalificati eccellenti, tra cui figurava anche l’austriaco Andy Berger. Nell’occasione continuò a spiegare che i partecipanti alla finale dei 100 metri del 1988 erano tutti dopati e ribadì di essere stato vittima di una congiura.

Fu invitato dall’ex Sindaco di Colleferro, Silvano Moffa. Ben Johnson dichiarò di essersi drogato per correre, mentre altri lo fanno per uccidere. Moffa lo invitò in occasione del 60esimo anniversario della città. L’allora direttore della comunità di recupero per i tossicodipendenti “Dialogo”, don Nando, asserì che ognuno deve avere la possibilità di redimersi e quindi anche l’atleta ne aveva diritto.

All’epoca il campione si frequentava con una modella dell’agenzia New Fashion, gestita dall’agente Enrico Pinocci. Fu quest’ultimo a convincere Ben a esibirsi per beneficenza. E quella fu la prima di tante altre gare a cui partecipò. E’ rimasto un mese a Colleferro. Ha visitato la città e Roma ed è venuto con la sua compagna e il chiwawa.

Con umiltà, quel pomeriggio si è presentato indossando una tuta gialla di fronte a una folla di circa 500 persone. Al blocco di partenza è rimasto a torso nudo e fuseaux verdi. Il 34enne (all’epoca) Johnson chiuse i 100 metri in 10”2. Il suo commento, in inglese, fu “It’s ok for an old man” (è un buon tempo per essere stato fatto da un “vecchio”).

It’s ok for an old man

Terminata la gara, tutti accorrono per congratularsi, in una scena che ricorda quella descritta da Ennio Flaiano nel romanzo breve Un marziano a Roma; e lui sorride soddisfatto, anche se spesso non capisce quanto gli viene detto. Chi gli grida “Aho, a Benn, vie’ qqua“, chi lo avvicina dicendogli che è partito male “Te sei allargato troppo co’ lla gamba“. E alla fine il manager svela che l’atleta avrebbe potuto fare anche di meglio: “A pranzo s’è magnato ‘na tonnellata de fusilli. Fosse sceso sotto i dieci secondi sarebbe stato un fenomeno!“.

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