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Colleferro, l’Avio si confronta con gli studenti del Master in Sistemi di Trasporto Spaziale (FOTO)

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Il 10 marzo gli studenti del master universitario di II livello in Sistemi di trasporto spaziale (STS) dell’Università La Sapienza di Roma hanno svolto un workshop presso l’Avio di Colleferro.

Un’intera giornata dedicata a visitare i luoghi di chi lavora sul campo, iniziata intorno alle 8:30 e conclusasi alle 17:00. Poco prima di andare via, c’è stata la presentazione del percorso universitario dei giovani alla stampa. Raffaello Porro, delle relazioni esterne Avio, ha introdotto agli astanti i relatori dell’incontro: l’ingegnere dell’Avio Adriano Annovazzi, i professori de La Sapienza Francesco Creta e Daniele Bianchi.

Il primo a intervenire è stato il professor Creta. Ha esordito affermando che all’Università La Sapienza “lo spazio è di casa”. Ha spiegato che l’attuale 14esima edizione del Master è suddivisa in due parti: sei mesi di teoria e sei di pratica. Tra i ragazzi in sala erano presenti studenti del Politecnico di Milano e dell’Università di Padova, più uno studente francese della Bretagna.

Il docente ha parlato dell’importanza dell’alternanza tra studio e lavoro, della necessità di creare un legame continuo e proficuo tra università e industria, dell’essenzialità di permettere agli studenti di avere a che fare, durante l’apprendimento, con un mix tra docenti ed esponenti dell’industria spaziale. Tra i  Paesi coinvolti nel progetto spaziale, l’Italia è stata la più lenta nel valorizzare il rapporto tra industria e università, soprattutto nel settore dei lanciatori.

Tra i temi centrali del Master  sono compresi  la parte propulsiva, i sistemi di alimentazione, di tracciamento e management: un lanciatore deve essere sì funzionale ma anche collocato nel mercato. Durante la conferenza è stata sottolineata come l’internazionalizzazione del percorso di studi abbia permesso di apportare un maggiore scambio di informazioni tra i vari enti spaziali europei e, soprattutto, sopperire alla perenne carenza di fondi nazionali.

Grazie alla collaborazione con i più importanti centri di ricerca esteri, i giovani potranno viaggiare tra Italia, Germania, Olanda e Belgio. Per loro è previsto uno stage finale negli enti che fanno da partnership al Master, tra cui l’Avio e altre industrie europee, oltre che una visita nella struttura della Guyana francese, sede della stazione di lancio dei vettori aerospaziali.

Creta ha infine sottolineato l’importanza della ricerca di base, che in Italia è sempre stata sottovalutata dai Governi vari. “Le idee nascono dalla ricerca di base” – ha affermato il professore – “per questo bisogna finanziarla, anche e soprattutto a fondo perduto. Che poi a fondo perduto non è mai“.

Daniele Bianchi ha spiegato la necessità della ricerca di base di avere tempi lunghi, che l’industria non si può permettere per via delle rigide scadenze. Dopo il suo intervento, Annovazzi ha rimarcato l’importanza del rapporto bidirezionale tra università e mondo del lavoro.

I ragazzi si sono dichiarati entusiasti di toccare con mano quanto avevano appreso fin d’ora solo a livello teorico. Soltanto dalla Laurea Magistrale in poi hanno potuto fare un minimo di esperienza sul campo.

Infine, si è parlato della passione che nasce grazie ai prodotti culturali di fantascienza e alla divulgazione scientifica. Il professor Creta ha rivelato che il recente film di Ridley Scott, The martian – Sopravvissuto, è stato scritto da un ingegnere e per questo ha dato la sensazione di essere molto credibile. Il creatore del film è arrivato persino a studiare con precisione estrema i tempi delle orbite dei pianeti del sistema solare per fornire un effetto realistico. I dettagli tecnici della pellicola sono tutti verificati accuratamente da consulenti esperti.

I ragazzi del Master, prendendo la parola, hanno elogiato il lavoro di Alberto e Piero Angela – considerati come unici e veri divulgatori in tal senso nei media mainstream – e l’importanza di informare l’opinione pubblica su cosa significhi realmente la ricerca aerospaziale e il lavoro svolto dagli ingegneri. Sentono la mancanza di una vera e propria sensibilizzazione sul tema, riscontrata invece in altri settori.

Si è fatto l’esempio del primo lancio di Vega, che ha avuto poca copertura sui media nazionali e si è tornato a ribadire l’importanza che avrebbero i finanziamenti sulla ricerca di base da parte dei Governi. Quindi, sensibilizzare l’opinione pubblica, ma anche la politica. La passione viene sì alimentata dalla divulgazione e dall’industria culturale, ma senza finanziamenti la strada da percorrere per ottenere nuove e importanti scoperte sarà sempre ardua.

Di seguito, le foto dell’incontro.

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