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Regione Lazio, FSI-USAE: iniziata la mobilitazione

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FSI-USAE: SI PARTE!!  MOBILITAZIONE IN REGIONE

Iniziata lunedì 23 gennaio 2017, con la riunione della Segreteria Regionale nella sede di Roma, via Santorre di Santarosa, n. 21-23-25, la campagna di mobilitazione della FSI-USAE nell’ambito della vertenza nazionale per rivendicare aumenti salariali adeguati per i lavoratori delle Pubbliche amministrazioni centrali e locali (in cui vanno comprese anche scuola e sanità) e la sottoscrizione delle relative petizioni. Una vertenza per cui la Federazione chiede il coinvolgimento e il sostegno di tutti i lavoratori delle pubbliche amministrazioni centrali e locali, ovunque essi operino.

Ne ha dato comunicazione la Segreteria Regionale della Federazione del Lazio, che ha rammentato che FSI-USAE nazionale ha rifiutato di sottoscrivere l’accordo intervenuto fra la Ministra Madia e la Triplicegiudicandolo inadeguato e, dal lato economico, scandaloso, dichiarando aperta la vertenza ed espletando le relative procedure di raffreddamento del conflitto.

Si avvia quindi il percorso delle mobilitazioni regionali e locali.

Lunedì inizia la prima fase della vertenza e sarà quindi posto in distribuzione il relativo materiale informativo in tutte le amministrazioni pubbliche di questa Regione a cui faranno seguito le assemblee e le manifestazioni a carattere territoriale.

Giovanni Ronchi, Segretario Regionale della Regione Lazio, a tale proposito ha dichiarato:

“I lavoratori della p.a. hanno il diritto ad una giusta retribuzione e alla possibilità di recuperare il potere di acquisto delle proprie buste paga. Il tempo degli sconti è finito, questo Governo deve ridare fiducia ai propri dipendenti e pagarli per la professionalità e l’impegno che manifestano giornalmente.

FSI-USAE rivendica da subito, con questa tornata contrattuale, il riallineamento degli andamenti retributivi e contrattuali dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni centrali e locali con quanto avvenuto per i lavoratori del lavoro privato e chiede aumenti adeguati, indicando una cifra che, al netto degli 80 euro di decontribuzione, si può quantificare in 250 euro medie pro capite.

 L’accordo sottoscritto lo scorso 30 novembre, fra la Ministra Madia e Cgil-Cisl–Uil (sottoscritto poi anche dalla Confsal) tradisce gli impegni precedentemente assunti anche dagli stessi soggetti con i protocolli del 2009, non prevedendo alcun aumento per il periodo 2013-2015,ma presupponendoaumenti medi pro-capite di 85 euro per il triennio 2016-2018. Questo accordo non possiamo assolutamente condividere.

Ricordiamo che è dall’anno 2010 che per i lavoratori delle pubbliche amministrazioni è in vigore il blocco delle retribuzioni (stabilito con il decreto legge 78/2010, prorogato con il dl 98/2011, norme richiamate dalle manovre finanziarie successive), ma nel frattempo è intervenuta la sentenza della corte costituzionale n. 178 del 2015 che ha dichiarato la riapertura dei contratti a partire dal luglio 2015 e quindi nel pieno del triennio 2013-2015.

Nello stesso periodo, i grandi contratti di categoria del settore privato, firmati da CGIL, CISL e UIL, sono già stati rinnovati almeno due volte: prima per il triennio 2010-2012 e poi per quello 2013-2015 con degli aumenti che si aggirano rispettivamente sui 100 e sui 130 €uro.

Questa vertenza pertanto sarà pure utopica per la scarsità delle risorse messe a disposizione, ma non certamente demagogica, visto che il Governo, mentre per i suoi lavoratori piange miseria, quando si è trattato di andare incontro alle banche ha messo sul piatto 20 MLD senza fiatare e senza un battito di ciglio”.

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