Curiosità

Suicidi di massa: la spiegazione psicologica

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I suicidi di massa sono un fenomeno che da sempre affascina i curiosi di tutto il mondo. Ecco la spiegazione psicologica su un fenomeno che, purtroppo, ha fatto innumerevoli vittime nel corso della storia.

Innanzitutto, le statistiche dimostrano che subito dopo suicidi raccontati dai media, il numero degli stessi aumenta vertiginosamente. David Philips, sociologo presso l’Università della California, spiega il fenomeno parlando dell’Effetto Werther. Si tratta di una catena di suicidi dettata dall’emulazione. È stato anche comprovato che, paradossalmente, i suicidi diminuiscono in casi di guerra e aumentano quando c’è la crisi economica. Questo perché il “nemico” è intangibile e l’insicurezza generata è maggiore. Vediamo uno dei casi più clamorosi di suicidi di massa, cercando di capire la spiegazione psicologica dietro al gesto.

A San Francisco, sotto la guida del reverendo Jim Jones, nacque una setta denominata il Tempio del Popolo. Reclutavano adepti tra la popolazione povera. Jones vi riusciva perché prometteva cibo e alloggio per tutti. E, in effetti, i pasti garantiti erano abbondanti. Nel 1977 si trasferirono nelle giungle della Guyana e Jones fondò Jonestown. Un anno dopo, quattro membri di una commissione di indagine inviata dal Congresso furono uccisi mentre cercavano di ripartire. Vennero eliminati da un seguace della setta, che vedeva in loro la rappresentazione del male. Il reverendo, convinto che sarebbe stato condannato per l’omicidio e la setta smantellata, raccolse attorno a sé la comunità e ordinò il suicidio collettivo. Tutti eseguirono l’ordine.

Come ci è riuscito? Si può semplificare affermando che è riuscito a far ciò per mezzo del suo carisma. Diceva di essere la reincarnazione del Dio, di Buddha e di tutte le divinità. Era solito dire che Dio è amore e amore è socialismo. Il Tempio del Popolo accoglieva infatti tutti i bisognosi e per meglio diffondere la sua carica spirituale, Jones era solito copulare con i suoi discepoli, senza fare distinzioni di sesso. Un altro motivo psicologico che ha spinto a ciò è derivato dalla distinzione  tra bene e male. Il suicidio prevedeva l’ascensione in paradiso e quindi l’inizio di una nuova vita. Il resto del mondo, che li aveva disprezzati e ha fatto di  tutto per ostacolarli, era percepito come cattivo e indegno. Il nemico diveniva così chiaro e la setta era compatta attorno alle sorti del leader. Andare in una zona lontana dalla civiltà e dalle famiglie ha sancito la mancanza di contraddittorio. Questo anche perché Jones aveva predetto la fine del mondo e anche se non si era avverata, i suoi discepoli erano convinti che era comunque avvenuta sotto altri aspetti. Inoltre, era solito far credere di essere in grado di compiere miracoli: infilava nella propria manica resti di animali morti e faceva finta di estrarre i tumori dalle persone. Così facendo, si guadagnava la fiducia dei “miracolati”, dei loro amici e parenti. Le sue profezie ovviamente non si avveravano.

Ma i casi di suicidi di massa sono imperversati anche in Giappone e in altre zone del mondo e la suddetta spiegazione psicologica può variare. Infatti, per ogni caso è bene sottolineare che esistono spiegazioni specifiche. Nei casi di suicidi di massa, di norma una delle spiegazioni principali è da ricercarsi nella povertà, nella scarsa cultura e autostima, oltre che nel carisma di un leader.

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