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Colleferro, Fernando Santucci si dimette dalla presidenza del Consorzio Piani Artigianali: le ragioni in una conferenza stampa

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Si è tenuta quest’oggi nell’Aula Consiliare del Comune di Colleferro una conferenza stampa congiunta del Sindaco Pierluigi Sanna e dell’ormai ex Presidente della Società Consortile mista “Consorzio Area Pip Colleferro” arl Fernando Santucci, che proprio in questa occasione ha formalizzato le sue dimissioni irrevocabili dall’incarico.

Proprio sulle sedie dell’Aula è comparsa, prima dell’inizio del dibattito, la lettera di Fernando Santucci indirizzata al sindaco Sanna, nella quale vengono spiegate le ragioni della rinuncia. Tra le altre, ad incidere maggiormente nella decisione, c’è la questione riguardante numerose pendenze scadute e mai pagate.

Lo stesso Fernando Santucci prende subito la parola per spiegare l’iter che lo ha condotto al passo indietro: “Vi è stata consegnata la lettera con le motivazioni delle mie dimissioni. Ho bisogno di fare una piccola panoramica di cosa è avvenuto dall’11 agosto ad oggi: dopo essere stato eletto come presidente dei piani artigianali, sono entrato operativamente nelle funzioni solo il 6 settembre. Il consorzio, precedentemente alla mia elezione, era formato da diversi membri. Con l amministrazione Sanna l’organigramma era composto da tre membri privati e due pubblici. L’altro membro pubblico, oltre me, era Buccitti, mentre Cornacchia, Verrelli e Nola rappresentavano il settore privato ed erano già consiglieri nella vecchia gestione.

Il consorzio vecchio era composto da strumenti obsoleti, non adeguati ad una corretta gestione. Per fare un esempio, non c’era il libro cassa e libro banca. Inoltre, dopo un’attenta verifica ho scoperto che i numeri dei verbali non erano mai stati copiati nel libro bollato, vale a dire il registro ufficiale, quindi sono intervenuto e ho sanato la situazione.

Questa è solo una delle anomalie riscontrate: tra le altre cose, il consorzio non era dotato nemmeno di un indirizzo di Posta Elettronica Certificata, oltre a non avere un sito internet, un ufficio e un numero di telefono. Mi sono rimboccato le maniche e ho usato strumenti di mia proprietà. Una volta attivata la PEC, sono arrivate molte notifiche da parte dell’agenzia delle entrate.

Ho quindi scoperto che era stata notificata una transazione dell’ammontare di circa 103 mila euro da versare alla Società di Guardiania, con la relativa fattura da pagare al loro avvocato. Il debito nei confronti della società è tuttora pendente, mentre la questione economica con l’avvocato è stata risolta, anche se al consorzio non era arrivata la ricevuta di attestato pagamento, che mi sono premurato di richiedere immediatamente. Lo stesso discorso vale per un altro debito saldato di 7 mila euro nei confronti di un imprenditore, rimasto senza fattura e per il quale ho richiesto subito l’invio del documento necessario. Tutto questo per dire che mi sono trovato a far fronte a debiti scaduti di notevole entità. Il consorzio, inoltre, nella gestione precedente, aveva preso in affitto un ufficio dentro i piani artigianali, non pagando tuttavia la Tarsu dal 2011. Quindi, ho dovuto far fronte ad altre spese.

Anche l’Irpef era in sospeso, così come dal 2011 non sono mai pagate le ritenute d’acconto e nemmeno l’Inps. La procedura per il recupero crediti nei confronti dei consorziati è stata sbagliata, in quanto era stato fatto direttamente un decreto ingiuntivo senza passare per le fasi intermedie, vale a dire la classica lettera da parte dell’avvocato e il lodo arbitrale, passaggi previsti dallo statuto del consorzio. Preso atto di queste anomalie, con il consiglio di amministrazione abbiamo fatto una ricerca di mercato tra dieci legali di Colleferro, per verificare chi potesse darci una mano in questo senso attuando la corretta procedura secondo il tariffario previsto dal consorzio. Solamente quattro avvocati hanno aderito ai parametri richiesti per attuare azioni legali nei confronti dei morosi.

I bilanci vecchi del 2014 e del 2015 non erano stati approvati né dal consiglio di amministrazione, né dall’assemblea. Oltretutto, non erano stati nemmeno stilati i bilanci preventivi. Tra l’altro, ho fatto notare che il Revisore Legale non era presente già dal 2011 e solo oggi, attraverso una proposta all’unanimità da parte del consiglio di amministrazione all’assemblea del consorzio, si è arrivati finalmente ad una scelta condivisa riguardo la sua nomina, dopo che la stessa proposta è stata discussa in assemblea e, successivamente, votata anch’essa all’unanimità in data 19 dicembre 2016.

Tutte queste notifiche le ho inviate all’ex presidente del consorzio, ma non ho mai avuto risposta.

Le fatture emesse sono quelle del 2014 (di competenza 2012), nelle quali sono presenti anche i saldi della Società di Guardiania. I bilanci, oltretutto sono carenti nei pagamenti ancor prima del 2012.

Voglio ringraziare il Sindaco e Lazio ambiente che mi hanno dato massima disponibilità. Ci tengo inoltre a precisare che, nell’ottica di un corretto funzionamento del consorzio e per tutelare gli interessi di tutti gli associati, ho chiesto all’amministrazione di far entrare all’interno dell’area dedicata solamente le attività inerenti al progetto previsto per i Piani Artigianali. Inoltre, è stata mia premura sollecitare la Giunta al fine di apportare nell’area tutte le migliorie tecniche e strutturali possibili per aumentare la qualità delle condizioni di lavoro. La situazione, comunque, necessita di un forte cambiamento”.

E’ il turno del sindaco Pierluigi Sanna: “E’ un anno mezzo che governiamo questa città. Con 22 mila abitanti, questo comune ha molte società partecipate. Sembra quasi che ogni semestre sia stato dedicato ai drammi che queste società hanno posto al consiglio comunale. Prima la farmacia, fortunatamente rinata e tra l’altro con un fatturato importante, poi la Stu, dove si è interventi a gamba tesa grazie a un intervento di messa in liquidazione che ha denotato grande coraggio.

Convinti di aver superato questi ostacoli ci siamo imbattuti nella questione che riguardava i piani artigianali. Il tutto accompagnato con molte polemiche, come se fossero il principale motivo d’interesse dell’opinione pubblica. Faremo con le altre forze politiche un confronto pubblico: nonostante le contestazioni, che probabilmente in una città dove tutto è stato immobile fanno notizia, la nostra intenzione è quella di mettere mano alla situazione drammatica che abbiamo trovato, non solo per l’aspetto economico ma soprattutto perché questo avveniva di nascosto a tutti i soci e le maestranze che lavorano e faticano all’interno del consorzio.

Fernando e Virgilio hanno fatto questo percorso in maniera straordinaria ma soprattutto gratuitamente. Solo per questo motivo la loro azione merita un plauso. Ho ridotto il cda da 7 a 5 membri, garantendo la presenza di 3 consiglieri di parte privata. Qui purtroppo ci sono soci che non pagano dal 2007: bisogna tornare in regola con i pagamenti. Per la prima volta è l’ente pubblico che dà l’esempio al privato.

Una delle cose che ci ha stupito, in quei bilanci, sono stati proprio i compensi del presidente. Nel 2014 ammontavano addirittura a 42.927 euro. Oggi questo compito è stato svolto in maniera gratuita da Fernando, che però adesso giustamente non se la sente di mettere a rischio la sua incolumità personale. Ad ogni modo, queste cifre saranno materia di approfondimento da parte di un legale.

Le difficoltà economiche del consorzio andranno risolte nel raggio di 50/60 giorni, altrimenti saremo costretti ad avviare procedure di diverso tipo. Il consorzio non può finire: resto convinto della possibilità che questo sia un malato che si possa curare. Un malato grave, ma con margini per poter recuperare. Ho provato a convincere Fernando a rimanere in carico almeno fino a quando non verrà rateizzato il debito, ma la sua decisione è irrevocabile”.

Presidente Santucci, nel 2014 qualche commerciante aveva vociferato di un possibile crollo finanziario da parte del consorzio. Quando ha preso l’incarico di presidente era a conoscenza di questo o si è trovato davanti a una brutta sorpresa?

“All’epoca non potevo mettere mano in nessuna carta – risponde -. Non avevo l’interlocutore adatto per poter sapere qualcosa in piu. Una volta entrato mi sono reso conto della realtà dei fatti, mettendoci sopra anche miei soldi, visto che ho fatto molti giri per il consorzio. Il vero problema ad oggi è la mancanza di liquidità”.

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