Nella mattinata di ieri, i Carabinieri di Ferentino coordinati dai colleghi della Compagnia di Anagni hanno arrestato, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale presso la Corte di Appello di Roma, una 31enne del luogo, già nota alle cronache giudiziarie.
L’intervento dei Carabinieri
I Carabinieri dopo averla rintracciata l’hanno condotta in caserma notificandogli il provvedimento dell’ Autorità Giudiziaria, con il quale si dispone che la donna dovrà espiare la pena residua di mesi 9 e giorni 2 di reclusione, poiché ritenuta colpevole dei reati di “detenzione illecita di sostanze stupefacenti finalizzata allo spaccio di droga”, commessi a Ferentino tra i mesi di dicembre 2019 e marzo 2020.
I fatti si riferiscono all’operazione “BALAUR” condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Anagni che dal mese di luglio 2019 al mese di aprile 2021, attraverso tradizionali servizi di osservazione e di pedinamento di giovani tossicodipendenti, individuarono alcune aree di spaccio di droga nella città Ferentino.
Le attività investigative permisero di scoprire l’esistenza di una fiorente e pericolosa attività di spaccio di stupefacenti, del tipo cocaina, hashish e marjuana, che da Ferentino si estendeva fino a Civitavecchia, messa in atto dall’odierna arrestata in concorso con altri, che avevano stabilito come centro degli affari illeciti il comprensorio delle case popolari di via Paolo Borsellino, i luoghi della movida nel centro storico di Ferentino, nonché le vie delle contrade cittadine, dove altresì venivano occultate, negli anfratti naturali, le dosi da spacciare alla giovane clientela.
Nel corso delle indagini si accertarono, grazie all’ausilio di attività tecniche, oltre 900 episodi di cessioni di stupefacente ed il sequestro di sostanze stupefacenti di varia tipologia e in particolare gr. 43,30 di cocaina, 9 flaconi di metadone pari a circa ml.254, gr. 58,86 di hashish e gr.13,50 di marijuana.
L’arrestata al termine delle formalità di rito è stata tradotta presso l’abitazione, laddove sconterà la pena comminata dall’Autorità Giudiziaria, in regime di detenzione domiciliare.