Cronaca

Maxi sequestro di droga a Valmontone: fratelli arrestati per spaccio

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Valmontone  – Un’operazione di controllo del territorio condotta dalla volante del Commissariato di Polizia di Colleferro ha portato all’arresto di due giovani fratelli e al sequestro di un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti, tra cocaina e hashish, oltre a denaro contante ritenuto provento dell’attività di spaccio.

Le indagini e gli arresti

L’episodio ha avuto inizio a Valmontone, dove una pattuglia ha fermato un’autovettura con a bordo i due giovani. Il tentativo iniziale dei due di eludere il controllo ha immediatamente insospettito gli agenti. Il loro evidente nervosismo durante le prime fasi dell’accertamento ha spinto gli operatori a un controllo più approfondito, che ha rivelato la presenza di una modica quantità di cocaina.

Questa scoperta, unita a precedenti attività investigative e a una profonda conoscenza del territorio da parte degli agenti, ha indotto la volante a richiedere l’ausilio di un secondo equipaggio per procedere con una perquisizione domiciliare.

L’operazione, supportata dai rinforzi, si è rivelata fruttuosa: all’interno dell’abitazione dei due fratelli sono stati rinvenuti complessivamente 28 grammi di cocaina, 700 grammi di hashish e circa 3000 euro in contanti, ritenuti il frutto dell’attività illecita.

Al termine delle formalità di polizia giudiziaria, su disposizione del magistrato di turno, i due fratelli sono stati associati in carcere.

Questa brillante operazione si inserisce in un più ampio e complesso servizio di controllo del territorio che il Commissariato di Polizia di Colleferro, diretto dal Dott. Antonio Mazza, riesce a garantire con costanza, nonostante le fisiologiche carenze di organico. I risultati ottenuti, come dimostrato da questo recente successo, testimoniano l’efficacia e la dedizione degli uomini e delle donne in divisa nel contrasto alla criminalità e nella tutela della sicurezza dei cittadini.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.