Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Circolo Legambiente “Il Cigno” di Frosinone APS.
La Redazione di Casilina News garantisce il diritto di replica.
Il comunicato stampa
È sufficiente un rapido tour del capoluogo della Ciociaria per imbattersi in testimonianze di ogni genere del
degrado che affligge la città.
A nostro avviso, una delle più eclatanti, al limite dell’assurdo, si trova in via Cesare Terranova, nel bel mezzo di un’area di recente urbanizzazione. La vicenda è una di quelle che sembra sfuggire al trascorrere del tempo, come se fosse stata emessa una condanna a non trovare mai una soluzione definitiva.
Stiamo parlando della gru a torre che si trova in corrispondenza dei numeri civici 26,28,30. L’impianto è stato
utilizzato negli anni 1999/2002 e poi fra il 2007 e il 2009 per costruire due degli edifici ad uso residenziale di
via Terranova.
Dalla fine del 2009 la gru è ferma, inutilizzata. Il mostro di ferro che svetta nel cielo costituisce una presenza ingombrante e sinistra per tutti coloro che utilizzano le strutture commerciali sottostanti e per le decine di
bambini e ragazzi che frequentano il parco giochi e il campo di basket adiacenti. Alla minaccia si aggiunge lo
stato di degrado in cui versa l’area alla base della gru. Il tutto costituisce un insulto al paesaggio urbano, un oltraggio al decoro, e soprattutto una fonte non indifferente di rischio se si pensa a possibili eventi meteorologici estremi, oggi sempre più intensi e frequenti a causa dei cambiamenti climatici.
Una domanda sorge spontanea: in assenza di un cantiere aperto (nessuna concessione in essere, nessuna fornitura elettrica che consenta la movimentazione della gru) e in mancanza di tempestive e accurate verifiche tecnico-strutturali, a che titolo tale impianto è legittimato a permanere in loco?
Ovviamente, la questione presenta aspetti amministrativi e burocratici che la rendono di non facile soluzione.
Di certo ci saranno cavilli da approfondire e inevitabili rimpalli di responsabilità, ma l’unica ragione verosimile
per cui tale gru è ancora lì dopo quasi sedici anni di fermo appare risiedere nei costi che la ditta proprietaria
dell’impianto dovrebbe sostenere per smantellarla.
Lo scorso 19 marzo, un gruppo di residenti della zona ha inviato al Comune, al Servizio Genio Civile della
Regione Lazio, ai VV.FF., alla ASL e all’ARPA una richiesta formale di verifiche tecniche e igienico-ambientali
sull’impianto. Ad oggi, nessuna risposta.
E dunque, il nostro circolo fa sua la battaglia dei residenti e formula un appello agli enti locali preposti, in primis al Comune: in che modo intendono affrontare e risolvere il problema, dopo anni di scarsa attenzione, per dare finalmente una risposta concreta a tutti i residenti della zona giustamente preoccupati per l’incolumità delle persone e delle case?
O piuttosto le amministrazioni locali intendono far diventare quella gru un monumento all’ignavia e alla
mancanza di decoro?
Foto di repertorio