Cronaca

Arce, la Procura di Cassino non archivia il suicidio del carabiniere Santino Tuzi

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Riceviamo e pubblichiamo:

Dureranno altri sei mesi le indagini sulla morte del brigadiere dei carabinieri Santino Tuzi.
La vicenda ha inizio con il caso di Serena Mollicone, la studentessa diciottenne trovata morta nel giugno del 2001 e per la cui morte a tutt’oggi sono indagate tre persone: l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, sua moglie e il figlio, si ipotizza l’accusa di omicidio volontario ed occultamento di cadavere.
Il sostituto procuratore di Cassino, Alfredo Mattei, titolare della nuova inchiesta, ha infatti deciso di proseguire nella ricerca della verità sulla morte del brigadiere, avvenuta nell’aprile del 2008.
Le indagini sono affidate ai carabinieri della Compagnia di Pontecorvo con l’aiuto dall’avvocato Rosangela Coluzzi, il legale della famiglia Tuzi, che a sua volta sta cercando di raccogliere elementi che possano portare a fare piena luce sulla morte del sottufficiale dell’Arma. Il sostituto procuratore di Cassino sta indagando per il reato di ‘istigazione al suicidio’ anche se nessuna altra ipotesi viene scartata.
Il brigadiere Tuzi venne trovato morto tre giorni dopo aver riferito alla Procura, a distanza di sette anni, di aver visto Serena Mollicone entrare in caserma ad Arce. In quel 2001 tutti e tre gli attuali indagati erano residenti in caserma. La stessa caserma in cui, come riferì Tuzi, Serena era entrata quel primo giugno del 2001 e dalla quale nessuno l’aveva vista più uscire.

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