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Carnevale, quali sono le maschere più famose a Roma?

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Carnevale, quali sono le maschere più famose a Roma?

Roma e il Carnevale hanno un legame speciale: il tradizionale carattere goliardico del periodo carnevalesco deriva proprio dalle antiche feste in onore del dio Saturno, i Saturnali. Una tradizione, quindi, che ha attraversato i secoli, fino ad arrivare ai nostri giorni.

Carnevale e Roma, un legame profondo che perdura nel tempo: le maschere più famose della Capitale

Ancora oggi Roma vanta una cultura carnevalesca importante, con numerose maschere che riprendono gli stereotipi di vari personaggi caratteristici. Da Rugantino a Meo Patacca: ecco quali sono le maschere che popolano il Carnevale della Capitale.

Le maschere sono da sempre state utilizzate con varie funzioni: dai riti religiosi a quelli apotropaici, in guerra per spaventare il nemico così come anche nel teatro.

Il periodo di Carnevale mantiene ancora oggi l’usanza del travestimento: Roma può vantare molte maschere tradizionali, che riprendono personaggi popolari e stereotipati, nati nell’ambito della Commedia dell’Arte.

Vediamole insieme.

Rugantino, er bullo de Trastevere

La maschera più famosa della Capitale è sicuramente Rugantino,er tipico bullo de Trastevere, svelto co’ le parole e cor cortello” . Si tratta di un giovane arrogante, come suggerisce il nome, e strafottente ma dall’animo buono.

Il primo Rugantino sarebbe dovuto essere la caricatura del gendarme ma, nel corso degli anni, questa maschera si trasformò nel giovane bullo di quartiere, dagli atteggiamenti duri ma pavido e scansafatiche nei fatti.

Rugantino è anche il protagonista della celebre storia d’amore con Rosetta, una vicenda che alla fine lo consacrerà come eroe, finendo giustiziato per essersi addossato la colpa dell’omicidio del marito di lei.

Meo Patacca, il popolano attaccabrighe trasteverino

Celebre maschera capitolina è anche Meo Patacca, il popolano di Trastevere attaccabrighe. Il suo nome deriva dalla patacca, ovvero la misera paga riservata al soldato.

Il personaggio di Meo Patacca è un popolano, sempre pronto a raccontare le proprie bravate: è un attaccabrighe e uno spaccone, la perfetta personificazione della spavalderia.

Il generale Mannaggia La Rocca, lo stracciarolo a Campo de’ Fiori

Da Trastevere ci spostiamo ora a Campo de’ Fiori, con il personaggio del Generale Mannaggia La Rocca. Questa maschera nasce dal soprannome di uno stracciarolo che aveva il banco proprio nella nota piazza di Giordano Bruno.

Il vero nome dello stracciarolo era Luigi Guidi e il soprannome se lo era dato da solo, inventando così una nuova maschera per il Carnevale. Mannaggia La Rocca era appunto un generale che, in groppa ad un asino, vestito in alta uniforme, veniva inondato di verdure e coriandoli al suo passaggio.

Don Pasquale de’ Bisognosi, il nobile molto facoltoso ma anche molto sciocco

Don Pasquale de’Bisognosi, invece, è la maschera simbolo della ricchezza e della stupidità: si tratta di un uomo facoltoso, il cui unico obiettivo è oziare. Ricco e pigro, ma anche sciocco e lamentoso e sempre alla ricerca di una consorte: proprio per questo è molto spesso vittima di scherzi architettati da servi e popolani.

Dottor Gambalunga, il ciarlatano per eccellenza

Dottor Gambalunga è il classico ciarlatano che, transitando per le vie e le piazze, cerca di vendere gli ingenui i propri “elisir” per l’eterna giovinezza o le pozioni d’amore. Tale maschera viene rappresentata con una grande parrucca, un vestito nero, occhiali grandissimi e un libro in mano.

Cassandrino, il credulone dalle origini nobili

Infine, Cassandrino è il classico credulone: non si tratta di un popolano ma di uomo dalle origini nobili, poi imborghesitosi. “Solo Preti Qui Regnano” è la sua interpretazione maliziosa dell’acronimo SPQR nelle commedie di cui è protagonista: di fatto, Cassandrino nel tempo è diventato portavoce delle numerose lamentele nei confronti dei poteri papali. Molto probabilmente questa maschera nasce nel Senese ma la sua fama raggiunge molto presto Roma, soprattutto per il suo carattere antiecclesiastico.

Foto di repertorio


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