Cronaca

Santa Marinella, trovati arnesi da scasso in un’auto

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Santa Marinella trovati arnesi da scasso in auto

Continua senza sosta l’attività dei Carabinieri della Compagnia di Civitavecchia, che hanno ulteriormente incrementato i propri sforzi al fine di prevenire e reprimere il fenomeno dei reati predatori e in particolare finalizzati al contrasto dei furti in abitazione.

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In questo senso, è stato fornito il massimo impulso alle attività di prevenzione e di controllo del territorio, specialmente nelle aree notoriamente a più elevata sensibilità. I Carabinieri hanno svolto varie operazioni di servizio, nonché servizi straordinari di controllo del territorio, concentrati soprattutto nell’area delle località di Cerenova e Campo di Mare del Comune di Cerveteri e Santa Severa del Comune di Santa Marinella.

Nella serata di ieri, i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Civitavecchia hanno intercettato un’autovettura di grossa cilindrata che si aggirava in modo sospetto nel centro urbano di Santa Marinella.

Quando i Carabinieri della locale Stazione, coadiuvati dai colleghi della Sezione Radiomobile della Compagnia, sono intervenuti per bloccare il veicolo, con una serie di manovre repentine e rischiose, il mezzo è riuscito a sottrarsi al blocco stradale, raggiungendo via Asiago ove è stato abbandonato dagli occupanti ancora con il motore acceso.

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L’intuizione di fermare quell’auto era stata giusta. I Carabinieri infatti a bordo hanno rinvenuto numerosi arnesi da scasso, una grossa smerigliatrice automatica, varie ricetrasmittenti, guanti, passamontagna e alcune posate in argento e altri oggetti in metallo prezioso. Quanto rinvenuto è stato sequestrato per più approfonditi accertamenti.

Analoghi servizi continueranno anche nei prossimi giorni, al fine di fornire una risposta sempre più proattiva alla necessità di sicurezza prospettata dalla popolazione, alla quale si segnala l’importanza fondamentale di segnalare ogni movimento sospetto di mezzi o persone, nonché di denunciare ogni episodio accaduto.


Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.

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