Cronaca

Roma, arrestato ultimo indagato dell’operazione Pilot. Trasferito dalla Germania grazie al mandato di arresto europeo

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Roma, arrestato in Germania l'ultimo indagato dell'operazione Pilot

Scortato da personale della polizia tedesca Bundespolizei, è giunto presso l’aeroporto di Fiumicino, proveniente dalla Germania, un cittadino albanese di 29 anni, e consegnato alle autorità italiane dopo la cattura, in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso dalla Corte d’Appello di Roma, tramite il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia.

Roma, arrestato in Germania l’ultimo indagato dell’operazione Pilot – L’uomo era stato localizzato in Albania quando all’alba dell’8 novembre scorso, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, nelle province di Roma e Reggio Calabria diedero esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, nei confronti di 12 soggetti, cittadini italiani e albanesi, gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e spaccio.

L’attività di indagine trae origine da alcune risultanze investigative provenienti dalla più ampia indagine denominata “Tritone”, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma e che, nel febbraio 2022, aveva disarticolato una radicata locale di ‘ndrangheta nei comuni di Anzio e Nettuno, dedito non solo al traffico di sostanze stupefacenti ma anche al condizionamento della vita politica locale e al controllo delle attività economiche e degli affidamenti degli appalti locali.

In particolare, nell’indagine Tritone era stato documentato come uno degli ‘ndranghetisti, avente la capacità di importare ingenti carichi di narcotico dal Sud America, al fine di ottenere ulteriori ricavi, avesse espanso le proprie attività di vendita dello stupefacente dai comuni di Anzio e Nettuno ai comuni di Rocca di Papa e Grottaferrata intrecciando qui i propri affari con quelli del sodalizio, composto dagli odierni indagati.

Il 29enne albanese, quella mattina, era stato localizzato dai Carabinieri di via In Selci in Albania per cui nei suoi confronti era stato emesso un mandato di arresto europeo e attivato il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia. L’altro ieri l’uomo è stato intercettato a bordo di un volo di linea proveniente da Tirana e diretto presso l’aeroporto Karlsruhe/Baden-Bade dove la polizia tedesca lo ha intercettato e bloccato.

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Operazione dei carabinieri contro la banda delle spaccate. Estradato da Madrid l’ultimo componente

Allo stesso modo e sempre nell’ambito della fruttuosa collaborazione con le forze di polizia degli altri Paesi per il tramite del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia che cura, agevola ed indirizza, anche attraverso i previsti canali di collegamento, lo scambio informativo ed operativo in materia di cooperazione di polizia in ambito europeo ed internazionale, un altro indagato colpito da mandato di arresto europeo è giunto a Fiumicino proveniente da Madrid. Si tratta di R.S., estradato e consegnato alle autorità italiane dopo la cattura, giunto a Roma scortato da personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia.

La vicenda è legata all’inchiesta “Ginepro”, dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, che ad agosto del 2016, in esecuzione di un’ordinanza del Gip del Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica, portò all’arresto di 8 persone ed alla contestuale denuncia a piede libero di altre 3, indagate per associazione per delinquere, finalizzata alla commissione di furti di dispositivi bancomat/casse continue mediante la tecnica della “spaccata” con il carro attrezzi. I membri del sodalizio criminale, tutti uomini di etnia Rom, residenti nei vari campi nomadi della Capitale, tutti con precedenti per reati contro il patrimonio erano capeggiati proprio da R.S. che però si rese irreperibile.

L’indagine aveva consentito ai Carabinieri di documentare dal 13 ottobre 2015, 10 furti consumati e tentati in danno di postazioni bancomat degli istituti di credito ubicati a Roma, provincia di Latina e in Toscana.

Il modus operandi era sempre lo stesso: i malviventi, in orario notturno, asportavano materialmente i dispositivi bancomat/casse continue dopo averli “sradicati” mediante furgoni e/o carroattrezzi di provenienza furtiva, trasportati in altro luogo per essere aperti e privati del contenuto.

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I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, anche con l’ausilio della componente tecnico-scientifica e con l’utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno consentito di accertare l’esistenza del sodalizio criminale dedito alla commissione di tale tipologia di furti, composto da diverse “batterie” in grado di compiere gli eventi delittuosi nella Capitale ma anche “in trasferta”.

Il gruppo criminale poteva contare sul fondamentale appoggio di parenti o amici residenti nei vari campi nomadi presenti sul territorio nazionale, che garantivano supporto logistico alla banda di base a Roma; questa rete di protezione e assistenza criminale ha rivelato ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma l’esistenza di un vero ginepraio relazionale, costituito da soggetti tassativamente utilizzatori della lingua utilizzata dai Rom, circostanza che ha reso particolarmente complessa l’attribuzione di compiti e funzioni in seno all’associazione per delinquere sgominata.

In alcuni casi, i danni causati dal carroattrezzi hanno compromesso seriamente la stabilità degli immobili in cui le postazioni ATM erano ubicate costringendo i Vigili del Fuoco ad evacuare le famiglie che vivevano negli appartamenti dei palazzi.

R.S. ora, dopo il rintraccio in Spagna e l’estradizione, è stato tradotto presso la casa circondariale di Roma Rebibbia.


Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.

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