Nelle ultime 24 ore, i Carabinieri del Gruppo di Roma, unitamente ai colleghi del N.I.L. e del Nucleo Cinofili Santa Maria di Galeria, hanno intensificato i servizi di controllo e prevenzione nell’area del centro storico che hanno portato all’arresto di 2 persone e alla denuncia di altre 4. Identificate complessivamente 309 persone e eseguite verifiche su 150 veicoli.
I controlli
In manette sono finiti due giovani italiani sorpresi dai Carabinieri della Stazione Roma Quirinale ad acquistare alcune bibite con una banconota da 50 euro risultata falsa. Fermati e perquisiti, i due sono stati trovati in possesso di altre 5 banconote contraffatte, da 50 euro.
Denunciati, invece, due cittadini italiani per l’inosservanza del divieto di ritorno nel Comune di Roma emesso nei loro confronti dal Questore di Roma e una cittadina italiana e un cittadino tunisino per l’inosservanza al Dacur (Daspo Urbano) emesso nei loro confronti dal Questore di Roma.
Nel corso delle verifiche, i Carabinieri hanno poi sanzionato 5 persone per la violazione del divieto di stazionamento nei pressi della stazione Termini. A loro carico è stato emesso contestuale ordine di allontanamento per 48 ore dalla predetta area e sanzione amministrativa di € 100.
Sanzionate amministrativamente anche tre persone, trovate in possesso di una modica quantità di droga – tra hashish e marijuana.
Con la collaborazione del personale specializzato del N.I.L., i Carabinieri del Gruppo di Roma hanno eseguito accertamenti presso diverse attività commerciali, sanzionando il proprietario di un ristorante cinese per violazioni in materia di lavoro – mancata designazione del medico competente (art.18 c.1 lett. a d.lgs 81/2008), mancata effettuazione delle visite mediche ai lavoratori dipendenti (art.18 c.1 lett. g d.lgs. 81/2008), presenza di lavoratori privi di contratto (art. 3 c.3 d.l. 2/2002).
I Carabinieri lo hanno multato per complessivi 20.614 euro con conseguente sospensione dell’attività di ristorazione.
Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.