Cronaca

Frode “bonus facciate” per interventi mai realizzati, sequestrati oltre 50 milioni di euro. 31 persone indagate dalla Procura di Roma

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Frode Bonus Facciate, più di 50 milioni sequestrati, 31 indagati

I Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Roma, stanno dando esecuzione ad un provvedimento che dispone il sequestro preventivo di oltre 52 milioni di euro di crediti d’imposta, frutto di una articolata frode perpetrata nell’ambito del cosiddetto “bonus facciate”.

Frode “bonus facciate”

Si tratta di indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Locri e ora a Roma a seguito di trasmissione degli atti per competenza territoriale. Il provvedimento di sequestro, già emesso dal GIP del Tribunale di Locri, è stato convalidato dal GIP del Tribunale di Roma.

Fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità – risultano al momento indagati, a vario titolo, 31 soggetti per indebita percezione di erogazioni pubbliche, truffa a danno dello Stato, riciclaggio e autoriciclaggio.

Sono 37 le società finora coinvolte, tra prime e seconde cessionarie del credito. Lo scopo finale sarebbe stato quello di monetizzare parte dei crediti ricevuti presso sportelli di intermediari finanziari dislocati sul territorio nazionale.

Le società di Roma e San Cesareo

L’operazione scaturisce dalla denuncia presentata da parte di alcuni proprietari di appartamenti di un condominio della provincia di Reggio Calabria, rivoltisi alle Fiamme Gialle del Gruppo di Locri dopo aver notato, all’interno dei propri cassetti fiscali, la presenza di crediti di imposta, connessi ad agevolazioni finalizzate a interventi di recupero edilizio, da loro mai richiesti né tantomeno realizzati. I citati crediti sono risultati ceduti a quattro imprese con sede a Roma (RM) ed a San Cesareo (RM).

Gli accertamenti hanno consentito di appurare che le quattro imprese “prime cessionarie”, tutte amministrate dallo stesso soggetto attualmente indagato, risultavano avere accettato cessioni di crediti inesistenti, per un ammontare di €52.026.930,00 da parte di 160 cedenti “ignari”. Le quattro società “prime cessionarie” hanno provveduto a monetizzare parte del predetto credito cedendo la restante parte ad altre 33 società “seconde cessionarie”, con sedi ricadenti su tutto il territorio nazionale, che hanno proceduto a loro volta a monetizzare parte dei crediti.

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L’attività costituisce chiara testimonianza del costante impegno profuso dalla Procura della Repubblica di Locri e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria nel contrasto alle più articolate forme di frode ed ai fenomeni illeciti perpetrati a danno del bilancio dello Stato, al fine di garantire la corretta destinazione delle ingenti risorse pubbliche stanziate per sostenere le famiglie e le imprese.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.

Foto di repertorio

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