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Anagni-Fiuggi, capretta uccisa. L’associazione CODICI presenta un esposto alla Procura

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L’associazione Codici ha deciso di presentare un esposto alla Procura in merito a quanto avvenuto nel corso della festa di compleanno presso un agriturismo di Anagni, diventata tristemente famosa per il gesto folle e disumano di alcuni partecipanti. Ripreso dai sempre presenti cellulari in un video diventato immancabilmente virale, uno degli invitati si è accanito su una capretta che pascolava all’interno della struttura, uccidendola a calci, per poi caricarla su una carriola e gettarla oltre un muretto.

Esposto di Codici: vicenda grave che deve essere punita

“Un gesto di gravità inaudita e di assoluta crudeltà che deve essere punito – dichiara l’avvocato Alessandro Milani, legale di Codici –. Chiederemo alla Procura della Repubblica di indagare a fondo affinché i responsabili del vile gesto siano assicurati alla giustizia e vengano condannati per un episodio tanto grave di violenza. Presenteremo denuncia per maltrattamento ed uccisione di animale, e ci costituiremo parte civile nell’eventuale processo penale”.

“Quello che colpisce e che lascia basiti – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – è la disumanità mostrata non solo dall’autore del gesto barbaro e vile, ma anche da chi intorno invece di fermarlo, lo incitava o riprendeva la scena con il cellulare. Ci auguriamo che gli inquirenti vadano fino in fondo in questa vicenda. Quanto accaduto non solo deve portare a delle condanne, ma anche ad iniziative concrete e forti di educazione, riflessione e sensibilizzazione che coinvolgano non solo i ragazzi, ma anche gli adulti, a partire dai genitori. Tutti devono assumersi le proprie responsabilità. Non è possibile rimanere impassibili di fronte a storie del genere, restare indifferenti ad episodi di una crudeltà inaudita. Vicende che, purtroppo, non sorprendono più, a cui anzi c’è il rischio di assuefarsi visto con quanta frequenza si ripetono. Quanto accaduto nell’agriturismo di Anagni nasconde un malessere profondo misto ad una pericolosità sociale che non può e non deve essere sottovalutata. Serve una reazione da parte delle istituzioni e della società civile”.

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