Cinema

Oppenheimer, il film sul “padre della bomba atomica”: trama e recensione

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Sicuramente è il titolo del momento: Oppenheimer sancisce il ritorno al cinema del regista britannico Christopher Nolan dopo l’uscita di Tenet, nel 2020. Distribuito in Italia lo scorso 23 agosto, circa un mese dopo l’uscita nelle sale cinematografiche statunitensi e in gran parte dei cinema internazionali, anche qui Oppenheimer ha ottenuto il consenso del grande pubblico (qui il trailer).

La trama

La pellicola, dalla durata di ben 180 minuti, racconta la vita e l’ascesa del fisico statunitense Robert Oppenheimer (interpretato da un magistrale Cillian Murphy), padre della bomba atomica e direttore del progetto Manhattan. Il film si basa sulla biografia, da premio Pulitzer, Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica. Il trionfo e la tragedia di uno scienziato (American Prometheus) di Kai Bird e Martin J. Sherwin.

Un vero e proprio Prometeo americano: nel 1942, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, il generale dell’esercito americano Leslie Groves (Matt Damon) recluta Oppenheimer per guidare proprio il Progetto Manhattan, che avrebbe poi portato allo sviluppo di una bomba atomica. Il fisico viene “arruolato” dopo aver assicurato di non avere simpatie comuniste, un aspetto fondamentale della vita di Oppenheimer come si vedrà soprattutto nella seconda parte del film.

Oppenheimer, di origini ebraiche, mette insieme un team scientifico. Nonostante la resa dei nazisti e la sconfitta della Germania, il fisico è convinto che l’utilizzo della bomba atomica possa contribuire alla fine della guerra ancora in corso nel Pacifico. Tuttavia iniziano a serpeggiare i primi dubbi morali. Emblematico in questo senso l’incontro con Albert Einstein (Tom Conti).

La prima detonazione di un’arma nucleare, il cosiddetto Test Trinity, ha successo: il presidente Truman (Gary Oldman) ordina quindi di bombardare le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.

Oppenheimer diventa quindi “padre della bomba atomica”: un “successo” che gli costerà anche una persecuzione giudiziaria, in linea con il maccartismo americano.

Oppenheimer, considerazioni e recensione

Nonostante sia un film biografico, Oppenheimer non può essere catalogato come semplice biopic del “padre della bomba atomica”. Nolan riesce a portare sul grande schermo una pellicola dalla potenza incredibile, scandagliando molteplici tematiche, primo fra tutti il dilemma tra scienza e moralità umana.

Dominano i dialoghi, incorniciati da una fotografia eccezionale, e i primi piani. Magistrale l’interpretazione dell’attore irlandese Cillian Murphy; assolutamente degne di nota anche le scene degli altri personaggi del cast, primi fra tutti uno straordinario Robert Downey Jr., nei panni di Lewis Strauss, ed Emily Blunt, che interpreta “Kitty”, la moglie del fisico.

Scienza e moralità, fama e dilemma interiore: Oppenheimer è uno scienziato, segue con entusiasmo la sua creazione. Crede nella bomba atomica come mezzo di pacificazione, una detonazione necessaria per mettere un punto alla Seconda Guerra Mondiale. Eppure, proprio come il Prometeo a cui si fa riferimento ad inizio film, è logorato dalle visioni di sofferenza che il suo progetto provocherà all’umanità intera.


In conclusione, Oppenheimer risulta essere il grande ritorno di Christopher Nolan al cinema, un film che non lascia di certo indifferenti e che merita di essere visto, anche se impegnativo per durata e tematica.

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