Cronaca

Roma, controlli interforze alla Stazione Termini: ecco cosa emerge

Condividi su Facebook Condividi su Whatsapp Condividi su Telegram Condividi su Twitter Condividi su Email Condividi su Linkedin
roma termini controlli interforze

Così come analizzato in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica presso la Prefettura, in linea con le direttive emanate dal Ministro dell’Interno, e in base alla pianificazione della Questura, ieri è stato effettuato un servizio interforze di ordine e sicurezza pubblica nell’area della Stazione Ferroviaria Roma Termini, ormai da mesi attenzionata con servizi e controlli dedicati.

Roma, controlli straordinari e interforze presso la Stazione Termini e zone limitrofe

È stato impiegato ingente personale appartenente alla Polizia di Stato, sia del Commissariato Viminale che di Esquilino, unità cinofile e agenti dell’R.P.C., militari dell’Arma dei Carabinieri della Compagnia di Roma Piazza Dante e Roma Centro, Carabinieri del Nas e del Nucleo Ispettorato del Lavoro, militari della Guardia di Finanza e agenti della Polizia Locale di Roma Capitale.

I servizi sono stati disposti al fine di verificare e controllare eventuali irregolari sul territorio nazionale ivi presenti, contrastare l’abusivismo, nonché prevenire e reprimere fenomeni legati allo spaccio di droga e ai reati predatori, ed effettuare verifiche amministrative capillari nei confronti degli esercizi commerciali presenti nella zona.

Nel corso dei controlli sono state identificate 2290 persone, sono stati controllati 113 veicoli e rilevate 35 violazioni al Codice della Strada. Sono 6 gli esercizi commerciali sottoposti a controllo. Infine, 1 persona è stata denunciata per ricettazione poiché trovata in possesso di carte di credito.

Analoghi servizi proseguiranno regolarmente anche nelle prossime settimane.


Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.