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Carabinieri e Nas: controlli ai locali nelle zone turistiche di Roma

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Controlli di carabinieri e NAS ai locali delle zone turistiche di Roma

I Carabinieri della Stazione di Roma Vittorio Veneto, con il supporto dei colleghi del Nucleo Radiomobile di Roma e quelli del N.A.S. di Roma, hanno eseguito un servizio straordinario di controllo del territorio delle zone turistiche di Roma in via Veneto e zone limitrofe, finalizzato al contrasto di episodi di illegalità e degrado legati alla “mala-movida”.

Sotto la lente d’ingrandimento sono finiti i vari locali della zona tra via Veneto e piazza Barberini, nonché le aree maggiormente frequentate dai turisti e da gruppi di giovani.

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Sanzioni ai locali di Via Veneto e Barberini

Tra i locali oggetto dei controlli, due di questi, sono stati oggetto di sanzioni da parte dei Carabinieri. In particolare è stato sanzionato il gestore di una pizzeria, per un importo di 2000 euro, poiché a seguito delle verifiche sono state riscontrate carenze igieniche per le quali è stata avanzata anche una segnalazione all’Asl competente per un eventuale provvedimento di chiusura di attività. Sanzionato per un importo di 1500 euro, anche un cittadino del Bangladesh, gestore di un ristorante, a cui i militari hanno riscontrato la mancata tracciabilità di alcuni prodotti alimentari.

I controlli

Identificate in totale 96 persone e eseguiti accertamenti su 54 veicoli. Elevate 4 sanzioni al codice della strada e sottoposte 14 persone all’alcooltest, risultate tutte negative.

Individuato anche un uomo con ordine di carcerazione

Nel corso del medesimo controllo, un uomo di 44 anni, notato aggirarsi in atteggiamento sospetto, da una verifica alla banca dati è risultato destinatario di un ordine di carcerazione, per un cumulo pene, dovendo scontare una pena di 2 anni e 4 mesi ed è stato condotto in carcere a Rebibbia.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.

Foto di repertorio

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