Cronaca

Cassino, anziani truffati: soldi e gioielli nascosti negli slip

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Continua ininterrottamente l’attività della Polizia di Stato volta a smascherare gli autori di truffa agli anziani, che sembra ormai diventata una modalità comoda per “guadagnarsi da vivere” sfruttando la fragilità e la loro buona fede. La storia è sempre la stessa, alle povere vittime viene chiesto del denaro o beni preziosi per poter salvare da eventuali guai giudiziari i propri cari.

Grazie alle perquisizioni si è potuto risalire alla truffa

Gli agenti della Sottosezione Polizia Stradale di Cassino lo scorso fine settimana, in due momenti diversi, hanno fermato una Fiat 500 ed una Citroen C3 rispettivamente con due persone a bordo. Tutti i passeggeri mostravano nervosismo al momento del controllo, dando versioni discordanti tra loro circa il viaggio, per cui gli agenti hanno deciso di proseguire con una perquisizione sia personale che del veicolo.

Le intuizioni si sono rivelate in entrambi i casi positive, poiché negli slip di uno dei passeggeri della Fiat 500 è stata rinvenuta una somma pari a 2.500 euro e svariati gioielli in oro, mentre per coloro che si trovavano sulla Citroen C3 la perquisizione della vettura ha portato al rinvenimento di numerosi oggetti preziosi, occultati nella parte sottostante il cruscotto lato guida dietro una plastica di copertura.

Gli accertamenti

Gli accertamenti successivi hanno fatto emergere le ennesime truffe agli anziani. Grazie anche alla collaborazione dei Carabinieri di Numana, di Cupra Marittima e quelli di Rieti, si è riusciti a risalire alle vittime che avevano ricevuto la solita telefonata nella quale venivano avvisate che un loro caro si trovava in difficoltà giudiziarie, per risolvere le quali era sufficiente pagare una somma di denaro e/o oggetti in oro, cosa che nei tre casi avveniva regolarmente.

Tutti i fermati sono stati denunciati in stato di libertà.

 

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.

 

Foto di repertorio

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