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No biodigestori Frosinone e comitati locali: “L’insostenibile leggerezza della Regione Lazio”

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Di seguito, il comunicato stampa dei comitati locali.

Il comunicato stampa

Come un Giano bifronte, rappresentato con due volti che guardano in direzioni opposte, il passato ed il futuro, la Regione Lazio, tanto ambiguamente quanto improvvidamente, da un lato si gloria di un piano per la messa in sicurezza della Valle del Sacco spacciandolo per bonifica e dall’altro annuncia la riperimetrazione del sito di interesse nazionale (SIN) del bacino del fiume Sacco, strizzando l’occhio all’imprenditoria confindustriale. Così facendo, al di là delle convenienze, di fatto la Regione vuole mantenere lo status quo e si limita a riproporre quello stesso modello di sviluppo economico privo di progresso per il territorio, pregiudicandone il futuro, dopo averne segnato il passato.

Ma se Atene piange, Sparta non ride. Così, se il futuro della provincia di Frosinone, la sua vivibilità e la salute dei suoi residenti dipendono anche dalle azioni dei suoi Amministratori locali, nessuno può dormire sonni tranquilli.

Requiem per la Valle del Sacco

Il 27 dicembre scorso la società Maestrale Srl ha inviato alla Direzione Regionale Area VIA un sollecito per la definizione della Conferenza di servizi e rilascio del Provvedimento Autorizzatorio unico (PAUR) nella procedura di Valutazione di Impatto Ambientale per il progetto di “Costruzione e messa in esercizio di un impianto di produzione di biometano ottenuto dalla digestione anaerobica della frazione organica da raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani”, da realizzarsi nel Comune di Frosinone in Via Antonello da Messina n.2.

L’impianto, finalizzato al trattamento di 50.000 tonnellate anno di FORSU e localizzato a ridosso della città, a soli 1.200 metri dal popoloso quartiere di Corso Lazio si aggiungerebbe al biodigestore, recentemente approvato dalla Regione Lazio, del Comune di Anagni, da 84.000 tonnellate anno, a fronte di una produzione annuale per l’intera provincia di Frosinone, di 36.000 tonnellate di FORSU.

In opposizione al progetto della Maestrale, il 20/02/2022, avevamo inviato ai soggetti interessati al procedimento una prima richiesta di archiviazione, contestando l’accoglimento della istanza di sospensione dei termini per la chiusura del procedimento chiesta dalla società, l’irrituale applicazione della normativa sulla tempistica e procedura seguita in violazione di un iter amministrativo, già compromesso anche per carenze progettuali riscontrabili in atti, quali quelle evidenziate dagli altri Enti, per pareri negativi e/o prescrizioni.

Gennaio dedicato a Giano

Il nuovo anno lo abbiamo aperto depositando presso la Regione una seconda istanza di archiviazione del procedimento del progetto, chiedendo formalmente alla Direzione Regionale Area VIA di non dare compimento all’istruttoria in corso in quanto i termini perentori ed inderogabili per la chiusura dell’iter per il rilascio del Provvedimento Autorizzatorio sono definitivamente scaduti il 16/08/2022. Come la precedente, anche questa seconda istanza di archiviazione è stata trasmessa agli altri Enti interessati al procedimento, tra cui i Comuni di Frosinone, Ceccano e Patrica, la Provincia di Frosinone, la Asl ed Arpa Lazio.

Può servire ricordare che il progetto della Maestrale è stato presentato nel dicembre 2020 e che da due anni partecipiamo attivamente al procedimento amministrativo come semplici “uditori” – senza diritto di parola in Conferenza di servizi – depositando atti per segnalare illegittimità o forzature e seguendolo in tutti i suoi passaggi. Così non ci è sfuggita la particolare attenzione posta dalla Provincia di Frosinone al procedimento, soprattutto dopo che l’Ente ha accertato che la società non aveva presentato la richiesta di Autorizzazione Unica, in assenza della quale, gli uffici provinciali non possono esprimersi e la Regione non può adottare l’autorizzazione finale. Parimenti non potevano sfuggirci latitanze importanti in Conferenza di servizi: (come) Asl, Comuni limitrofi, soggetti politici ed ecologisti, associazioni ambientaliste. Rilevanti anche queste ultime, in quanto le stesse formazioni, mentre contrastano l’iter del biodigestore di Anagni perché inserito nel contesto territoriale del SIN, non hanno mai partecipato al procedimento riguardante l’impianto di Frosinone.

Resistiamo

A questo punto non possiamo esimerci da alcune riflessioni. Nonostante l’apparente posizione contraria del Comune di Frosinone, capofila della Consulta permanente dei Sindaci dei Comuni di Frosinone, Alatri, Ceccano, Patrica, Torrice, Ferentino e Supino, nata di fatto in prossimità delle elezioni, le Amministrazioni del comprensorio sono rimaste ferme ad una flebile quanto sterile contrarietà di facciata, rinunciando persino ad avviare un percorso informativo e partecipativo per coinvolgere la società civile, praticamente all’oscuro del progetto. A tale profonda dimostrazione di debolezza dell’azione amministrativa fa eco l’inazione di tutte quelle forze politiche e sociali del territorio, in primis quelle di ispirazione ecologista, progressista e ambientalista, che da tempo hanno abbandonato le battaglie a tutela del territorio, uscendo dal confronto aperto e rifugiandosi in elitarie discussioni che non sciolgono il nodo del bilanciamento tra interessi privati e pubblici, né quello della preminenza del bene collettivo.

Non possiamo non domandarci quali siano le inconfessabili ragioni della mancata condivisione e partecipazione con i cittadini. La volontà pressoché generalizzata di far cadere nel silenzio la realizzazione del progetto fa nascere molti dubbi sul ruolo della politica locale e di chi viene eletto a rappresentarla, ma anche sull’autonomia delle varie associazioni e comitati civici che da un lato, dicono di voler salvaguardare il territorio e dall’altro, permettono ad interessi privati di sovrastare il bene collettivo.

L’aver evitato una riflessione ed un dibattito libero ed indipendente sul significato dei termini “ecologia” ed “ambientalismo” (spesso usati a sproposito) ha raggiunto lo scopo di compromettere la possibilità stessa di aggregazione delle varie realtà locali, indebolendo quella volontà di rinascita che questa Valle merita.

Comitato No Biodigestori Frosinone e Valle del Sacco

Frosinone Bella e Brutta

Coordinamento Frosinone Salviamo il Paesaggio

Comitato Residenti Colleferro

Cittadini della Valle del Sacco (Sgurgola-Anagni)

Foto di repertorio della Regione Lazio

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