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Rivalutazione pensioni 2023 a sei fasce: le novità

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Come viene riportato da Circuito Lavoro, da gennaio 2023 si prevede di ricorrere a un nuovo sistema di calcolo a 6 fasce, introdotto con la legge di Bilancio 2023, che interverrà nel meccanismo di rivalutazione delle pensioni e che andrà a sostituire di fatto quello a tre fasce.

La rivalutazione, dovuta in particolare al fenomeno dell’inflazione, si applicherà per intero solo per gli assegni fino a 2.100 euro con un tasso di riallineamento del 7,3%. Per quelli superiori a 2.100 euro, invece, verranno utilizzate altre 5 fasce con un tasso più basso di rivalutazione.

Pertanto, chi ha una pensione fino a 2.100 euro otterrà un beneficio sicuro, sotto il profilo degli aumenti, coloro che invece possiedono una pensione superiore a 2.100 euro avranno un aumento inferiore rispetto a quello previsto con il tradizionale sistema di rivalutazione.

Sistema rivalutazione pensioni 2023

La nuova Legge di Bilancio 2023 prevede un nuovo sistema di rivalutazione delle pensioni, ricalcolate in base all’aumento dei prezzi a consumo, che segue uno schema a sei fasce.

Questo meccanismo prevede una rivalutazione al 100% per le pensioni pari al massimo a 2.100 euro lordi al mese. La rivalutazione, progressivamente, va a scalare fino al 32% per gli assegni superiori a 5.251 euro lordi al mese.

Le modifiche attuate con questa manovra hanno l’obiettivo di favorire le pensioni medio basse, puntando al taglio degli aumenti per gli assegni più alti.

Gli aumenti, in virtù della rivalutazione pensioni dal 2023, seguono quindi queste percentuali:

  • 100% per chi percepisce una pensione fino a 4 volte il trattamento minimo INPS, ovvero pari a circa 2.100 euro. Determinato per questa fascia, cioè, un aumento pari a +7,3 %.
  • 85%, per chi percepisce una pensione pari o inferiore a 5 volte il minimo, ovvero tra 2.100 e 2.625 euro. Determinato per questa fascia, cioè, un aumento pari al +6,2 %;
  • 53%, per chi percepisce una pensione pari o inferiore a 6 volte il minimo, ovvero tra 2.626 e 3.150 euro. Determinato per questa fascia, cioè, un aumento pari al +3,8%;
  • 47%, per chi percepisce una pensione da 6 a 8 volte il minimo, ovvero tra i 3.151 e 4.200 euro. Determinato per questa fascia, cioè, un aumento pari al +3,431 %;
  • 37%, per chi percepisce una pensione da 8 a 10 volte il minimo, ovvero tra 4.201 e 5.250 euro. Determinato per questa fascia, cioè, un aumento pari al +2,701 %;
  • 32%, per chi percepisce una pensione superiore a 10 volte il minimo, ovvero oltre a circa 5.251 euro. Determinato per questa fascia, cioè, un aumento pari al +2,336 %.

Esempi aumenti pensioni con il nuovo sistema di rivalutazione

Dal 1° gennaio 2023 gli aumenti, considerando gli importi su base lorda, previsti secondo il nuovo sistema:

  • per le pensioni fino a 2.100 euro (fino a 4 volte l’assegno minimo) l’aumento in euro è di circa 153 euro al mese (con il sistema precedente era di 153 euro);
  • per le pensioni fino a 2.625 euro (fino a 5 volte l’assegno minimo) l’aumento in euro è di circa 162 euro al mese (con il sistema precedente era di 172 euro);
  • per pensioni fino a 3.150 euro (fino a 6 volte l’assegno minimo) l’aumento in euro è di circa 121 euro al mese (con il sistema precedente era di 172 euro);
  • per pensioni fino a 4.200 euro (fino a 8 volte l’assegno minimo) l’aumento in euro è di circa 144 euro al mese (con il sistema precedente era di 229 euro);
  • per pensioni fino a 5.250 euro (fino a 10 volte l’assegno minimo) l’aumento in euro è di circa 141 euro al mese (con il sistema precedente era di 287 euro);
  • per pensioni oltre 5.2510 euro (oltre 10 volte l’assegno minimo) l’aumento in euro è di circa 141 euro al mese (con il sistema precedente era di 293 euro).