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Roma e provincia, aumentate del 46% le richieste di aiuto per le famiglie con reddito ISEE sotto i 24.000 euro

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Aumentano le file a vista d’occhio di persone che vengono a chiedere un sostegno in un momento di grande difficoltà. Un momento difficilissimo in cui il disagio economico dilaga a macchia d’olio. Lo abbiamo registrato nelle numerose attività e progetti realizzati nel territorio di Roma e provincia, ma anche agli sportelli dei nostri servizi.

CARO BOLLETTE; ACLI ROMA, ” NELLA CAPITALE AUMENTATE DEL 46% LE RICHIESTE DI AIUTO SOPRATTUTTO DA FAMIGLIE CON REDDITO ISEE SOTTO I 24 MILA EURO ALL’ANNO”

Un piccolo osservatorio quello delle ACLI di Roma e provincia, di numeri e storie, con più punti di vista che ci riporta un quadro a tinte davvero fosche, un quadro confermato anche dai numeri.

Quest’anno le preoccupazioni in merito agli aumenti delle bollette ha fatto registrare un aumento del 46%  dei soggetti che, presso le sedi di  ACLI Roma, ha richiesto di elaborare il calcolo dell’ISEE per verificare, tramite l’elaborazione dell’indicatore, se potessero beneficiare di qualche agevolazione, soprattutto nella fascia di indicatore intermedia tra 12000 e 24000 Euro.

Tra questi emerge un incremento del 39% di famiglie che rientrano nel range di valore di indicatore ISEE inferiore a 24.000 euro nel 2022 rispetto all’anno precedente.  Il che evidenzia che molte più famiglie sono andate in difficoltà e richiedono agevolazioni anche tra le fasce di redditi intermedi che invece negli anni precedenti sembravano mostrare meno bisogno di un sostegno economico.

È la schiera dei nuovi poveri, bisognosi di assistenza e sostegno che però fino ad oggi erano fuori dalle maglie della rete di protezione orientata alle forme di povertà più cronicizzata. Condizioni di povertà contingenti, a volte momentanee, ma non per questo meno gravi.

Persone come Gabriella che si è rivolta a noi a giugno, madre di due figli, che non ha accesso ai bonus in quanto il suo ISEE supera la soglia dei 12000 euro. Una valutazione quantitativa, che però mal rispecchia la difficoltà reale. L’ISEE, infatti, si è alzato perché uno dei due figli lavora, quest’ultimo vive con la compagna, ma ha ancora la residenza in casa della madre quindi il suo reddito incide sulla ISEE di Gabriella anche se suo figlio non contribuisce all’economia familiare, una condizione aggravata anche dal fatto che Gabriella sostiene economicamente il suo secondo figlio disoccupato e in fase di separazione che non vive con lei ma viene aiutato economicamente.

Una storia come tante, troppe, una storia quella di Gabriella sulla quale l’incubo del rincaro delle bollette può assestare il colpo di grazia facendo crollare il già poco stabile equilibrio familiare.

“Stiamo assistendo ad una pericolosa reazione a catena che non riguarda solo la tenuta economica delle famiglie, ma che colpisce la vita in ogni aspetto andando ad alimentare tutte le facce della povertà – dichiara Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma – dalla povertà economica si passa a quella sanitaria perché c’è necessità di risparmiare anche sulle cure e sulla prevenzione, alla povertà educativa perché risulta esserci una concreta mancanza di possibilità di accesso ai servizi supplementari in ambito educativo soprattutto in famiglie con più figli, con una conseguente povertà relazionale con un conseguente pericoloso aumento della solitudine, alla quale ora iniziamo ad affiancare la povertà cosiddetta energetica, della quale non eravamo pienamente consapevoli e che invece quest’anno sta facendo sentire chiaramente la sua triste potenza.

“Proprio oggi, in cui ricorre la giornata mondiale per l’eradicazione della povertà vogliamo lanciare questo forte grido di allarme – conclude Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma – il rincaro dei prezzi delle bollette rischia davvero di mettere in ginocchio la nostra città e il Paese intero. Su Roma stiamo sperimentando ogni giorno un forte incremento della pressione sul sistema di sostegno sociale da parte di tantissimi cittadini che fino ad ora non aveva bisogno di aiuti. La pandemia prima e la guerra poi, hanno ampliato enormemente la forbice di rischio di caduta in stato di disagio economico. A questo chiediamo al più presto di far fronte in modo strutturato con iniziative condivise volte ad abbattere i rincari e sostenere le famiglie in difficoltà perché molto spesso basta davvero poco per essere fuori dai criteri di assegnazione dei sostegni nonostante si parli di persone a fortissimo rischio povertà ed esclusione sociale “.

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