Cronaca

Aprilia, sequestrate 9000 piante di canapa indiana a cielo aperto: pusher italiano nei guai

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i Finanzieri del Comando Provinciale della Capitale hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche “per equivalente”, di beni per un valore superiore a 20 milioni di euro

Nei giorni scorsi, a seguito di un sorvolo finalizzato al controllo del territorio per il contrasto dei traffici illeciti
eseguito dalla Sezione Aerea di Pratica di Mare del Reparto Operativo Aeronavale di Civitavecchia, è stata
avviata, in sinergia con i reparti territoriali del Comando Provinciale di Latina, una mirata attività investigativa
finalizzata alla prevenzione e repressione della produzione e del traffico di sostanza stupefacente.
In tale ambito, grazie ad una attività di perlustrazione e appostamento è stata individuata una estesa piantagione
di circa 9.000 piante di canapa indiana, coltivata a cielo aperto su un terreno agricolo isolato ubicato nel comune
di Aprilia di 40.000 mq apparentemente adibito alla legale coltivazione di semi di canapa sativa light, così come
consentito dal vigente quadro normativo.
Tuttavia, l’attività dei Finanzieri, eseguita congiuntamente dal reparto aereo e dal reparto territoriale, anche con
l’ausilio di specifiche banche dati, ha portato le Fiamme Gialle ad effettuare una serie di approfondimenti
investigativi e sopralluoghi nei pressi della piantagione, riconducibile a una società agricola operante nel settore
della “coltivazione di fiori all’aperto”.
La successiva attività di perquisizione è stata effettuata alla presenza del titolare della citata azienda agricola, un
quarantenne di origine italiana, il quale ha tentato di comprovare la “legalità” della piantagione esibendo
documentazione contabile concernente l’acquisto di “sementi certificati” (ammessa dal quadro normativo),
peraltro incompleta e non congruente con l’estensione della piantagione monitorata.
Pertanto, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Latina, è stato condotto, con l’ausilio di un
consulente tecnico opportunamente incaricato, un esame di laboratorio su alcuni campioni prelevati nella
circostanza. L’attività investigativa posta in essere ha consentito di acclarare l’esistenza di circa 9.000 piante di
canapa indiana risultate avere un valore di THC (valore rappresentativo della percentuale dell’effetto
stupefacente) dieci volte superiore ai limiti legali previsti dalla L. n. 242/2016.
In considerazione quindi degli elementi di sospetto emersi, i Finanzieri hanno proceduto – fermo restando la
presunzione di innocenza fino al compiuto iter processuale all’arresto dell’indagato (per violazione
dell’articolo 73 del D.P.R. 309 del 1990), al sequestro della piantagione di marijuana, dell’impianto d’irrigazione
cosiddetto a “goccia” (costituito da un lungo reticolo di tubature, da una pompa di tiraggio dell’acqua e da due
cisterne di 10.000 litri cadauna), nonché della documentazione contabile attestante apparentemente l’acquisto di
una modica quantità di semi certificati canapa sativa light e del cartello, apposto all’ingresso del terreno agricolo, prospettante la presunta autorizzazione alla coltivazione “legale” dei sementi in parola.
L’elevato numero di piante di cannabis sottoposte a sequestro avrebbe comportato un quantitativo stimato di
circa 2.500 kg di marijuana, che al dettaglio avrebbe fruttato circa 10 milioni euro.
L’operazione di servizio in parola si inserisce in un più ampio dispositivo di controllo sul territorio pontino
finalizzato a prevenire e contrastare, anche dal cielo, i traffici illeciti connotati da maggiore pericolosità sociale, testimoniando la costante azione che la Guardia di Finanza ripone a tutela della legalità e della sicurezza dei cittadini.

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